Domenica 21 marzo 1993, ventiquattresima giornata del campionato di Serie A (settima del girone di ritorno). L'Inter è ospite della Juventus ed occupa dopo 23 giornate la seconda posizione in graduatoria, a -11 punti dal Milan capolista che fino a quel momento è in serie positiva nel torneo italiano da ben 58 partite (record tutt'oggi imbattuto, la Juventus di Conte si fermò infatti a 49 risultati utili consecutivi, ndr): i rossoneri non sanno ancora che il loro record si interromperà proprio quel giorno.

Ma torniamo al derby d'Italia. I nerazzurri, allenati da Osvaldo Bagnoli, sono reduci da ben sei pareggi consecutivi e hanno necessità di dare una sterzata al proprio cammino per tentare di recuperare punti sui cugini; i bianconeri guidati dall'ex Giovanni Trapattoni annaspano invece ai margini della zona Uefa e sono in difficoltà.

La partita si risolve già dopo 20 minuti: il sinistro al veleno di Ruben Sosa al 16' e quello di Igor Shalimov quattro minuti più tardi al termine di un'ottima azione di contropiede pongono fine alle speranze di Baggio e compagni. Per l'Inter è un successo storico, poichè non espugnava il campo bianconero dal lontano 1965 anno di grazia con Helenio Herrera in panchina.

In quella giornata accade anche che il Milan venga fermato davanti al proprio pubblico da una punizione disegnata dal parmense Faustino Asprilla: 1-0 per il Parma di Nevio Scala, fine dell'imbattibilità e Inter comunque a distanza di sicurezza (-9). I nerazzurri però iniziano a mettere in fila un successo dietro l'altro e arrivano a sole 4 lunghezze dal Milan a 4 giornate dal termine: alla fine sarà scudetto per i rossoneri (50 punti contro i 46 dei nerazzurri), ma la truppa dell'esperto Bagnoli dimostrerà di essere una squadra compatta e con un'ottima organizzazione di gioco.

Quella Juventus invece raggiungerà non senza fatica il quarto posto in classifica, ma si consolerà con la conquista della terza Coppa Uefa della sua storia dopo aver battuto nella doppia finale il Borussia Dortmund.