Qualcuno ha detto che questo dovrebbe essere il pallone 2.0, o meglio l'educazione calcistica che ogni calciatore dovrebbe avere. Ma di fatto oggi non è così. E' successo in Svizzera e precisamente al Lugano. Nel mondo del calcio che ormai non è più sport, ma solo ed esclusivamente business dovrebbe succedere anche questo. Solo stadi nuovi, giocatori pagati a suon di milioni di euro, allenatori intervistatori, cronisti, telecronisti, e di tutto di più. Il Lugano nel campionato svizzero va male e molto, e il tecnico italiano li porta in fabbrica.
Il tecnico è Paolo Tramezzani. E non li porta in fabbrica nel pomeriggio ma la mattina, all'alba quando ancora tutti dormono. Li porta in fabbrica per educarli a vedere come vengono guadagnati e sudati i soldi, lavorando sodo. Tutto in mente a Paolo Tramezzani, spalla destra del mister De Biasi in Albania. Un bagno di umiltà, che servirebbe a tutti i giocatori, soprattutto a quei ventenni che già a quell'età navigano dentro piscine piene di milioni di euro. Alla faccia di chi suda all'interno della fabbrica, guadagnando non milioni di euro, ma quel misero stipendio per poter arrivare a fine mese.
Arrivare in fabbrica
Presto, prima che arrivino tutti gli operai, alzarsi e sentire il peso del dovere, quello di "spaccarsi" la schiena per guadagnarsi quel poco per arrivare a fine mese.
E' questo che ha fatto fare Tramezzani ai suoi giocatori, dopo l'ennesima sconfitta senza dignità di combattere sul campo. I giocatori sono scesi dal pullman per aspettare gli operai che entrassero in fabbrica, in una fabbrica di vernici svizzera. E' un segnale che qualcosa nel calcio sta cambiando, oppure è solo un gesto di un uomo solo esterefatto da un comportamento non all'altezza di chi guadagna tanto?
Sembra proprio essere un gesto isolato. Tant'è che le sirene degli sceicchi prima, come in Francia o Inghilterra, e dei cinesi oggi come Suning ad esempio in Italia, stanno cambiando il calcio, ma non sulla via indicata da Tramezzani ma esattamente all'opposto.