Non c’è proprio pace per la Lega Pro. Alle prese con problemi sempre nuovi a un mese dal via della stagione, dal caso Prato all’attesa per i ripescaggi, pure il lato marketing della Lega non se la passa benissimo. Come evidenziato infatti da una foto pubblicata da Tuttolegapro.com, nell’annata, che va a cominciare le squadre di terza serie giocheranno con un pallone… di Lega Pro.

Serie C o Lega Pro?

Sì, perché se la prima, attesissima novità sarà il ritorno alla vecchia nomenclatura del torneo, dopo 9 anni di Lega Pro, il marchio Serie C, che senza suddivisioni tra C1 e C2 non si vedeva addirittura dal 1978, non è stato inserito sui palloni ufficiali, quelli che saranno in uso dai primi turni di Coppa Italia (quella di categoria, e non quella maggiore al via nel prossimo weekend) e poi in campionato.

Questione di tempistiche, ma la figura non esaltante resta, perché la cura per il marketing è sempre stato uno degli obiettivi dell'era Gravina, perché cambiamento del nome non è certo stato deciso nelle ultime settimane e i margini per far lavorare lo sponsor tecnico c’erano. L’unica novità, insomma, almeno all’inizio, perché è facile (e auspicabile) immaginare che in corso d’opera l’errore sarà corretto, e l’imbarazzo mascherato, sarà solo la scritta aggiornata, 2017-2018, ma quel Lega Pro che proprio non vuole abbandonare la terza serie fa riflettere sul mondo del semi-professionismo e sui tanti problemi che lo affliggono, non cancellati dalla fine dell’era Macalli.

Come non pensare infatti alla formula dei playoff, rinnovata nella scorsa stagione, ma non corretta in quella che sta per partire nonostante mancanze evidenti?

Il fantastico mondo della Serie C

Come non pensare all’errore nel fare la fase finale a Firenze, in uno stadio di fatto semivuoto che non ha certo fatto una buona pubblicità al torneo, e per fortuna in questo senso che in fondo è arrivata una squadra come il Parma, altrimenti il “Franchi” sarebbe stato davvero deserto? E come non pensare agli scandali che si moltiplicano, al fatto che il Messina ha effettivamente giocato lo scorso campionato senza avere i requisiti per farlo?

O alla difficile situazione legata ai ripescaggi. I 5 da effettuare saranno ufficializzati a inizio agosto, ma quanti dubbi sul fatto che tutte le 60 squadre (format da rivedere al più presto al ribasso) saranno davvero competitive dopo essersi “svenate” per ottenere il posto?

Basteranno le penalizzazioni per salvare la regolarità del torneo?

Si rivedranno altri casi Ancona e Maceratese, squadre andate oltre il miracoloso in campo al cospetto della spettrale situazione societaria che ha portato addirittura alla mancata iscrizione alla D?

Ripescaggi: le graduatorie

A proposito di ripescaggi, in attesa del termine per la presentazione della domanda, venerdì 28 luglio alle 13, per sostituire le escluse Como, Latina, Maceratese, Mantova e Messina, il Dipartimento Interregionale ha reso noto le graduatorie con i punteggi per le aventi diritto (cliccate qui per tutte le informazioni sui costi). Quella più importante riguarda le vincenti dei playoff di D, che vede in testa il Civilerghe Mazzano, già certo della rinuncia.

Due posti quindi saranno di Triestina e Rende, in seconda e in quarta posizione (il Rieti terzo non ha ancora deciso se procedere), quindi sarà la volta dell’unica retrocessa dalla Lega Pro avente diritto, il Lumezane, se deciderà di fare domanda.

Graduatoria vincenti playoff: Ciliverghe Mazzano Punti 2,1470; Triestina 2,1176; Rieti 2,0882; Rende 1,9411; Massese 1,8823; Nocerina 1,8823; Imolese 1,8529; Gozzano 1,7352; Vis Pesaro 1.6562. Questa invece la graduatoria delle perdenti della finale playoff: Trastevere Punti 2,1470; Cavese 1,9411; Varese 1,8529; Virtus Bergamo 1,8529; Savona 1,8235; L’Aquila 1,8235; Delta Rovigo 1,7941; Olympia Agnonese 1,5937; Virtus Vecomp Verona 1,5588