Antonio Cassano non finirà mai di stupire gli appassionati del calcio italiano: a pochi giorni dalle sue dichiarazioni e contro dichiarazioni nelle quali prima annuncia di voler abbandonare il Verona (dopo solo un mese) per poi tornare indietro e smentire tutto, vittima di una sua decisione "troppo frettolosa", il (ormai ex?) talento di Bari vecchia compie una clamorosa doppa retromarcia: nella tarda mattinata è direttamente sua moglie Carolina Marcialis a dare la notizia. La donna, tramite il suo profilo Twitter, ha pubblicato un post, a nome del marito, nel quale viene annunciato l'addio alla società gialloblu da parte del calciatore ma si esclude il ritiro dal calcio giocato.

In serata, invece, un nuovo ribaltone: sempre dal profilo Twitter della consorte il giocatore barese annuncia il suo definitivo ritiro, adducendo motivi familiari, con la volontà di Cassano di voler stare più vicino alla sua famiglia (come avvenuto già in passato) che risiede stabilmente a Genova; finisce quindi in modo non troppo glorioso la carriera calcistica di Fantantonio, e nonostante pare una decisione finalmente definitiva, siamo sempre pronti ad un nuovo, eventuale dietrofront.

Genio e sregolatezza: ascesa e caduta di un talento

17 dicembre 1999: Antonio Cassano, ancora 17enne e alla sua seconda presenza in serie A (debuttò la settimana precedente nel derby pugliese contro il Lecce, N.d.R), segna, a due minuti dal termine, un gol clamoroso contro l'Inter regalando alla sua squadra e alla sua città una storica vittoria contro i nerazzurri e facendosi notare nel calcio che conta.

Da qui la strada per il giovane barese è tutta in discesa: nel 2001 la Roma lo acquista 19enne per 60 miliardi di lire, assicurandosi il giovane dal talento più cristallino del calcio italiano. Egli però associa fin da subito grandi giocate in campo a comportamenti tutt'altro che professionali fuori dal terreno di gioco: nel marzo del 2001 abbandona il ritiro dell'Under 21 per una sostituzione non gradita mentre nella finale di Coppa Italia del 2003 si rende protagonista di un gesto delle corna verso l'arbitro Rosetti che lo aveva appena espulso; inoltre il rapporto con gli allenatori è sempre più complicato tanto che arriva la cessione al Real Madrid, che nonostante i problemi caratteriali vede in Cassano un talento sicuro.

Qui però le previsioni si rivelano errate in quanto l'attaccante si presenta totalmente fuori forma e poco collaborativo e nemmeno l'arrivo sulla panchina dei merengues del suo mentore Fabio Capello (che coniò per primo il celebre termine "cassanate") servì a rimettere in sesto il giocatore. Il trasferimento alla Sampdoria portò nuova linfa al barese che fece tre stagioni ad altissimo livello insieme al suo compagno di reparto Giampaolo Pazzini e fece vedere il Cassano dei primi anni, colui che ha fatto innamorare calcisticamente milioni di appassionati.

Purtroppo però, la sregolatezza che lo ha caratterizzato ritornò prepotente e una furiosa lite con il presidente doriano Garrone lo portò fuori rosa fino alla rescissione del contratto.

Da qui iniziò il lento declino di Fantantonio, prima al Milan poi all'Inter (e in entrambi i casi non mancarono le polemiche, prima con le critiche a Galliani e poi con il litigio con Stramaccioni) e al Parma, dove nonostante buone stagioni lasciò con grossi strascichi dopo il fallimento della società. Il ritorno alla Samp di due anni fa fu solo una comparsata e i litigi con la nuova proprietà lo portarono nuovamente fuori rosa e poi allo svincolo; il Verona ha deciso di voler puntare su Fantantonio, ma lui è fatto così, ha deciso di voler andare già via e di chiudere così all'improvviso una carriera iniziata sempre all'improvviso.