Si chiama giro di attaccanti ed è una delle cose più emozionanti del calciomercato. Ancora di più se si sta parlando degli ultimi giorni e ancora di più se l’effetto domino promette di trasferirsi in squadre di più categorie. Le prime due giornate di campionato in A e in B hanno messo in evidenza le prime lacune in diverse formazioni di Serie A e B e il tutto si accompagna ad alcuni malumori che chiedono di essere tagliati alla radice per evitare di farli trasformare in gravi problemi di convivenza all’interno dello spogliatoio. Anche per questo quando il calcio giocato si intreccia al mercato può succedere di tutto.
Per fortuna per i calciatori non vale quanto vige per gli allenatori, che non possono occupare due panchine italiane nella stessa stagione. Chi il pallone lo prende a calci in pantaloncini può rendersi conto di una scelta sbagliata e correre ai ripari finché si è in tempo.
Borriello apre il puzzle delle punte
Grossomodo questo è successo a Marco Borriello, il quale meno di due mesi dopo il rinnovo con il Cagliari che aveva fatto pensare che la carriera del bomber napoletano potesse concludersi sull’Isola, ha realizzato come le piccole divergenze di vedute con il tecnico rossoblù Massimo Rastelli si stessero trasformando in crepe insanabili. Da qui la nota richiesta di cessione al presidente Giulini, costretto giocoforza ad avallarla, pur infuriato: il resto è stato il contatto lampo con la Spal, la firma e il primo gol, anzi supergol, con i ferraresi contro l’Udinese.
Ecco la prima tessera del domino in grado di muovere tutte le altre, anche in modo clamoroso. Si pensi ad Alberto Paloschi, che della Spal era stato il fiore all’occhiello della prima parte di mercato: foto, sorrisi e tanta voglia di lasciarsi alle spalle l’annata no con l’Atalanta, ma le cose non sono andate bene neppure da quelle parti.
Semplici vuole puntare sulla coppia Borriello-Floccari e all’ex milanista non sta affatto bene l’idea di fare ancora la riserva, pure in una neopromossa.
Pazzini-Pecchia al punto di rottura
Da qui il nascere della clamorosa ipotesi Hellas Verona, lui per anni bomber del Chievo. Dalla sponda più blasonata dell’Adige sta succedendo il bis del caso Borriello a Cagliari: Giampaolo Pazzini e Pecchia, dopo qualche screzio nella stagione della promozione, non si stanno prendendo.
La panchina contro il Napoli è seguita quella, clamorosa, in casa del Crotone. Anche non volendo credere al caso, è inevitabile pensare che il rapporto possa essere logorato e in via di conclusione. Sfumato Cassano, l’Hellas rischia di perdere il simbolo dell’ultimo biennio, quel giocatore che solo due anni fa aveva firmato un ricco quinquennale nonostante i 31 anni. Anche per questo prima di cambiare aria il Pazzo vuole una soluzione all’altezza in vista dell’ultimo contratto della carriera: il Cagliari poteva essere una di queste, ovviamente al posto di Borriello.
La scelta del Cagliari
Esperienza per esperienza, senso del gol per senso del gol, ovviamente sperando di… legare con Rastelli e di riuscire a inserirsi in tempi brevi in una squadra tutta nuova e in un contesto tattico tutto nuovo, senza aver fatto il ritiro e a campionato iniziato.
Insomma, va bene che fare spesso le valige e accettare il rischio fa parte della vita di un calciatore, ma non è sempre facile prendere all’istante la decisione giusta. Ma non se ne farà nulla, perché in Sardegna hanno puntato su Leonardo Pavoletti: il livornese era da subito la prima scelta di Rastelli, anche per caratteristiche fisiche simili a Borriello, e alla fine è stato superato anche lo scoglio maggiore con il Napoli, quello dell’accordo economico per non far fare una minusvalenza agli azzurri. Intesa da 10 milioni più due di bonus e tutti contenti dopo i 18 investiti nel gennaio scorso da De Laurentiis, quando Pavo-gol scelse di dire addio al Genoa per tentare l’avventura della vita al Napoli: il più classico dei salti nel buio, oltre che degli acquisti sbagliati, perché Milik stava tornando e Mertens esplodendo come centravanti.
Si aggiungano le difficoltà di Sarri nel dare fiducia ai nuovi ancor di più a stagione in corso ed ecco che il guaio è fatto.
Matri tiene in bilico il Sassuolo
Nella stessa situazione si trova Alessandro Matri, che sembrerebbe tuttavia aver già deciso e scelto di dire sì al progetto Parma: la cena con il ds crociato Faggiano non ha però sbloccato la situazione, stante il muro del Sassuolo che prima di lasciar partire l’ex juventino vuole avere la certezza di poter contare su un sostituto. Peraltro l’attacco di Bucchi può essere sottoposto a cambiamenti di altro tipo, dato che sul piede di partenza è anche Pietro Iemmello: il giovane ex Fiorentina, Foggia e Spezia fa gola a tante squadre di A e pure di B, compreso lo stesso Parma, che lo tiene come carta di riserva nel caso non si sbloccasse la situazione Matri, sebbene le caratteristiche dei due siano molto diverse sul piano tecnico oltre che anagrafico.
Pure a Sassuolo tengono in caldo la pista Pazzini, che comunque alla fine potrebbe anche ricucire il proprio rapporto col Verona, e questo non fa altro che intrecciare ulteriormente un mosaico destinato a sbloccarsi solo nelle ultime ore. Il sospetto è che il quadro sarà chiaro già ben prima dell’ultimo giorno, perché l’esperienza insegna che operazioni così complesse e legate tra loro, oltre che indispensabili per il futuro dei club interessati, tutti alla caccia di un titolare fondamentale per i rispettivi obiettivi, non possano rischiare di trascinarsi fino all’ultimo secondo con il rischio di saltare. La certezza invece è che alla fine qualcuno sarà scontento e che dal 2 settembre già si comincerà a pensare alla finestra di gennaio. Quando però rimediare agli errori commessi nei tre mesi estivi sarà ancora più difficile che centrare il colpo giusto all’ultimo minuto.