Il vero colpo di mercato è arrivato dopo una settimana dalla chiusura ufficiale delle trattative: il rinnovo con l’Inter fino al 2022 di Ivan Perisic infatti sembrava impossibile solo due mesi fa quando, durante il ritiro nerazzurro a Brunico, tutti hanno notato il croato comportarsi da separato in casa. Sullo sfondo c’era il possibile passaggio al Manchester United di Mourinho che, però, prima ha cercato di prenderlo sotto costo, offrendo alla Beneamata giusto quei 30 milioni di euro che le avrebbero garantito di superare indenne i vincoli del Fair Play Finanziario, e poi – quando Ausilio è riuscito ad ottenere il tesoretto necessario con Banega ed attingendo dal vivaio – non ha mai voluto soddisfare la richiesta di almeno 50 milioni di euro per il giocatore.
Il fattore economico
Quello che spaventava era soprattutto l’ingaggio offerto a Perisic dagli inglesi: sei milioni di euro a fronte dei tre percepiti a Milano. Così, una volta che è sfumato il passaggio al Manchester United, si è reso necessario un adeguamento per il giocatore, capace di realizzare ben 10 assist solo nel 2017, di cui ben tre, oltre a una rete, nelle prime due gare di campionato. Tutti si sono interrogati su quali siano state le ragioni che hanno fatto cambiare idea al croato: sicuramente ha contribuito il nuovo ingaggio promessogli dalla dirigenza nerazzurra, pari a 4,5 milioni oltre a diversi bonus legati alle presenze, ai gol e agli assist. Ma c’è un altro fattore che ha sicuramente influito sulla scelta: Luciano Spalletti.
Il ruolo chiave di Spalletti
È lo stesso Perisic a rivelare il ruolo giocato dal tecnico di Certaldo: “Ho parlato con lui già durante la preparazione – spiega l’esterno croato – mi ha fatto capire che grazie a lui potrà vedersi in campo un Ivan ancora più forte”. Ma non basta: un certo peso l’ha avuto anche Samir Handanovic; infatti il portierone nerazzurro ha raccontato al compagno di squadra in modo entusiasta dei tempi in cui Spalletti lo allenava all’Udinese.
Così è maturata la scelta di rimanere: ancora una volta è emerso il valore del mister, a cui si devono anche gli arrivi di Borja Valero e Vecino. Come recentemente confermato anche da Kondogbia, che sarebbe stato ripetutamente invitato a restare, si tratta di un allenatore che preferisce un rapporto diretto e molto schietto con i ragazzi, chiarendo a ciascuno quale sarà il proprio compito nella squadra che ha in mente.
Delle sue capacità se ne sono resi conto anche i tifosi, che, dopo le numerose polemiche sui social per un mercato giudicato dai più insoddisfacente, hanno iniziato a seguire con molto calore la squadra in questo inizio di campionato: i numeri degli spettatori della gara casalinga contro lo Spal ne sono un chiaro esempio.