Già quest'estate, i rumors avevano fatto tremare i tifosi rosanero con molte notizie riguardanti una situazione debitoria preoccupante del Palermo Calcio. E già in quell'occasione il presidente Maurizio Zamparini si arrabbiò non poco.

Ma le notizie di questi ultimi giorni, uscite alla vigilia della 15esima giornata di campionato, spostano nuovamente il pallone fuori del terreno di gioco. La Procura di Palermo infatti, ha avanzato un'istanza di fallimento nei confronti della società di Zamparini per una debito che sfiorerebbe i 70 milioni di euro.

Il patron rosanero è rimasto allibito per aver appreso una notizia così grave da un comunicato ma si è detto certo sul non accoglimento dell'istanza: "Sono veramente avvilito per una istanza di fallimento che smantelleremo documenti alla mano, ma che ci procura un danno di immagine internazionale che il Palermo Calcio si era costruito nei miei anni di presidenza, con impossibilità di fiducia di credito per la campagna di rafforzamento di gennaio".

La parola al giudice fallimentare

Infatti ora toccherà al giudice fallimentare esaminare la fondatezza della richiesta della Procura, basandosi anche sulla documentazione difensiva che dovrà produrre la società di viale del Fante. I tempi per un pronunciamento potrebbero prolungarsi fino a due mesi, anche se vista la delicatezza della questione e il mercato di gennaio che incombe, si potrebbe cercare di accelerare.

Se l'istanza dovesse venire respinta, tutto resterebbe invariato, con il Palermo di Zamparini che rimarrebbe in vendita. Se invece l'istanza dovesse essere ritenuta fondata, per il Palermo e i suoi tifosi si aprirebbe uno scenario molto più traumatico.

Come il Bari o come il Parma?

Nel caso in cui il giudice fallimentare riterrà fondata l'istanza, il Palermo Calcio sarà dichiarato fallito e verrà nominato un curatore fallimentare.

La squadra potrebbe comunque portare a termine il campionato in corso e l'appuntamento 'definitivo' sarebbe il 30 giugno. Molto infatti dipende da come finirà l'inchiesta penale su riciclaggio, autoriciclaggio e appropriazione indebita nella quale risultano indagati i dirigenti del Palermo. Se dovesse arrivare la condanna la società perderebbe il titolo sportivo e per la città e i tifosi si aprirebbe il baratro dei dilettanti proprio come successo al Parma qualche anno fa.

Se l'inchiesta penale non dovesse andare in porto invece, il Palermo potrebbe, anche con la procedura di fallimento in corso, iscriversi al prossimo campionato di competenza. Tutto restando sempre in attesa di un nuovo acquirente che rilevi il pacchetto di maggioranza, esattamente come avvenuto a Bari nel recente passato.

Il compito più duro per ora, spetta a mister Tedino che deve tenere i suoi ragazzi concentrati sul campo di gioco e non sulle notizie che arrivano dai palazzi federali.