Il 3 a 0 contro il Verona è stata per il Milan la settima sconfitta stagionale. Un rendimento al di sotto delle più buie aspettative e che richiama alla memoria l’unico precedente storico: l'ultima volta in cui i rossoneri avevano perso 7 delle prime 17 è stata nel campionato 1981/1982. In quell'occasione il Milan retrocesse in Serie B.

L'entusiasmo di inizio anno

Il Calciomercato estivo aveva portato tanto entusiasmo nei tifosi rossoneri e le aspettative maturate con i 230 milioni investiti nell'acquisto di nuovi calciatori erano alte: l’obiettivo minimo era l’accesso diretto in Champions e, grazie alla riforma della Uefa, quest’anno sarebbe bastato anche il quarto posto.

Ma la media punti è imbarazzante: 1,41. Basti pensare che Montella alla 17° giornata lo scorso anno aveva una media di quasi 2 punti a partita (1,94).

Molto è cambiato nella rosa rispetto alla scorsa stagione con tante partenze (Niang, Bacca, Kucka, Lapadula, Bertolacci, Poli, Vangioni, De Sciglio, Sosa, Honda) e alcuni giocatori a fine prestito (Deulofeu, Pasalic, Mati Fernadez, Ocampos). Molti e particolarmente onerosi sono stati gli acquisti per un totale di circa 230 milioni di euro spesi e poco più di 50 milioni incassati dalle Cessioni. Era lecito aspettarsi una partenza sottotono dati i molti cambiamenti, ma stando ai numeri e alle prestazioni in campo la sessione estiva di calciomercato è stata per la dirigenza rossonera un fallimento, se non totale, poco ci manca.

Nuovi acquisti: chi salvare?

I problemi dei rossoneri sono in praticamente tutti i reparti: pochi gol fatti (23), molti subiti (24) e un centrocampo che fa fatica. Ma c’è qualche elemento da salvare tra i nuovi acquisti? Rodriguez, Musacchio e Borini sono stati i più veloci ad inserirsi, sbagliando poco e conquistando quasi sempre una sufficienza piena; portando concretezza dove manca.

Biglia, Kalinic e Kessie rispetto alle prestazioni dello scorso anno con Lazio, Fiorentina e Atalanta sembrano tre giocatori diversi, quasi irriconoscibili e sempre sotto la sufficienza. Calhanoglu, ad oggi, un fantasma. André Silva ha fatto bene in coppa, meno in Serie A, ma per lui è presto per essere giudicato. Infine, Bonucci: i 42 milioni e la fascia di capitano hanno forse pesato troppo sulle spalle dell’ex Juve, molti errori e qualche nervosismo.

Ma guida una difesa che nell’ultima giornata ha subito 3 gol dall’Hellas Verona, le colpe probabilmente non sono interamente sue.

Capitolo a parte per lo sfortunatissimo Andrea Conti che dopo il brutto infortunio della scorsa estate non è ancora mai sceso in campo in partite ufficiali con la maglia del Milan.

Crisi societaria: chi verrà sacrificato?

La dirigenza rossonera è all'angolo: potrebbe essere costretta a cedere alcuni dei suoi pezzi più pregiati già nel mercato di gennaio a causa delle sanzioni promesse della Uefa, che potrebbero diventare gravissime in caso di bilancio in profondo rosso. Quali delle pedine sacrificare? I rossoneri con più appeal sul mercato sono Bonucci e Donnarumma, ma resta da capire se il Milan è realmente intenzionato a cederli.

Biglia, Kalinic e Chalanoglu, tutti e tre grandi flop del mercato di Mirabelli, potrebbero fare le valigie a breve: il mercato su di loro sia in Europa che in Cina è ancora molto attivo. La possibile cessione di André Silva, invece, sarebbe per la dirigenza del Milan una definitiva ammissione del totale fallimento societario.