La mancata elezione del nuovo presidente della FIGC (Federazione Italiana Giuco Calcio) al posto di Tavecchio evidenzia la situazione precaria in cui versa il calcio italiano. La scelta del CONI di eleggere Fabbricini come commissario dell'organo che gestisce lo sport più amato dagli italiani, non lascia presagire un futuro roseo per il cacio italiano e per la nazionale. Un uomo a cui è stato assegnato l'arduo compito di sciogliere gli ultimi nodi inerenti al futuro Commissario Tecnico che guiderà gli azzurri ai prossimi Europei e di porre le basi per avviare il cambiamento.

Ma se dal punto di vista politico questo sport in Italia stenta a decollare, la stessa situazione si vive sul campo per lo scarso utilizzo di giovani connazionali nelle rose. Infatti, come emerge dalle ricerche portate avanti attraverso il database online transfermarkt.it, nonostante l’età media del nostro campionato sia pari a 26.5 anni, risultando tra le più basse in Europa, c’è ben poco da festeggiare. Un mondo che vede le tre squadre più giovani del campionato italiano (Fiorentina, Crotone e Atalanta) sprofondare, nella classifica inerente ai club con più italiani in rosa, rispettivamente al 16esimo, settimo e nono posto.

Maglia nera per Napoli e Juventus con zero giovani calciatori sotto i 21 anni

In testa tra le squadre con più connazionali troviamo il Sassuolo, con il suo 76.9% di giocatori italiani, seguito da Cagliari, Benevento e Spal. Club che lottano per rimanere nel massimo campionato italiano. Un dato che, confrontato con quello inerente alle squadre con più stranieri (Napoli, Roma e Lazio) mostra quanto nella Serie A si punta soprattutto su giocatori di altre nazionalità per rimanere in alta quota. La prima big con più italiani è il Milan della cordata cinese. Un organico che ha anche il nobile primato del numero più alto di giovani calciatori italiani con un età inferiore e uguale ai 21 anni, risultando essere in controtendenza visto che Napoli e Juventus, con i loro zero giovani giocatori italiani, occupano l’ultima posizione.

Società che, quindi, per vincere in Italia e in Europa preferiscono giocatori stranieri con esperienza nei campi nazionali ed internazionali, a discapito dei talenti italiani.

Come deve cambiare il calcio in Italia

Un calcio che sembra non riuscire a superare il baratro in cui è sprofondati. Uno sport che non riesce a ripartire ma che crea grandi aspettative tenendo incollati davanti alla tv milioni di italiani ogni settimana. Un cambiamento che dovrà partire dalle categorie minori attraverso finanziamenti mirati utili a far crescere società e nuovi talenti. Una rivoluzione che dovrà trasformare il campionato della primavera in uno di seconda divisione, dandogli maggiore prestigio ed importanza. Un modo concreto per poter far cresce nuovi campioni impegnandoli in un campionato più complesso che li possa preparare al calcio internazionale.