Il 'vizietto' delle plusvalenze realizzate dalle società calcistiche sulle cessioni dei calciatori, più o meno sconosciuti, è ormai datato nel tempo. Qualche mese fa, nel corso della trasmissione Striscia la Notizia, fu svelato il meccanismo contabile che permetteva ai club di gonfiare i propri bilanci.

Dopo il servizio di Striscia la Procura apre un'inchiesta

Il servizio di Moreno Morello ha fatto molto scalpore e certamente avrà delle ripercussioni, in quanto l'utilizzo di tale artificio è diventato un vero e proprio punto di riferimento per molti bilanci delle società professionistiche.

La Procura Federale, dopo il servizio di Striscia, ha aperto un'inchiesta che molto presto potrebbe concludersi almeno per la fase istruttoria.

In sintesi, accade che due società si accordino sul valore esorbitante di due giovani calciatori, iscritti a valore zero nelle poste patrimoniali dei rispettivi bilanci, per avere delle plusvalenze tali da mascherare il conto economico e contenere perdite d'esercizio che, altrimenti, richiederebbero immissione di nuovi capitali. E' questo il caso delle plusvalenze incrociate, quelle che riguardano calciatori che non vengono nemmeno impiegati dai club acquirenti. Infatti, dopo l'acquisto vengono girati in prestito nelle categorie inferiori, anche in Serie D.

E' non si può neppure parlare di libera valutazione di mercato, come qualcuno potrebbe eccepire, in quanto come si fa a cedere in prestito ad una società dilettantistica un calciatore acquistato per 3/4 milioni di euro? Inoltre, lo scambio di plusvalenze generano sui bilanci successivi degli oneri di gestione in quanto occorre spalmare il costo dell'acquisizione del calciatore, richiedendo nuove operazioni e nuovi artifici.

Ma oltre all'evidente situazione di Conti truccati o di doping amministrativo, come vengono definiti tali operazioni, c'è un aspetto che riguarda direttamente i giovani calciatori che entrano in un meccanismo perverso senza capire tutti i vari passaggi della loro carriera sportiva. Vengono chiamati 'gemelli da plusvalenza', in quanto a coppia si muovono da una società all'altra per soddisfare le esigenze contabili dei club.

In realtà è una sorta di gioco al massacro, una cinica indifferenza nei confronti di ragazzi che, dopo aver sognato di fare carriera nel mondo del calcio, si ritrovano come burattini ad essere manovrati per far 'quadrare i conti'.

Cosa rischiano i club coinvolti? Esiste un precedente con il Parma

Ora, sotto la lente d'ingrandimento della FIGC, sono finite alcune società come Chievo, Cesena, Vicenza, Pescara e Ascoli, ma dalle indagini probabilmente, sarà scoperchiata una cupola di nomi e di operazioni non proprio lineari.

Se poi le società coinvolte rischieranno o meno qualcosa questo è da vedere, in quanto come caso precedente esiste la vicenda del Parma calcio, che nel 2013, con l'allora presidente Ghirardi, effettuò qualcosa come 300 operazioni di giovani calciatori, in entrata ed in uscita.

Ma, dopo aver chiuso in attivo il Bilancio con 11 milioni di euro, nella stagione 2014/15 il club fallì miseramente.

Proprio all'indomani del caso Parma, l'ex presidente federale Tavecchio ebbe ad esclamare "mai più casi come il Parma", ma evidentemente, si sbagliava.