Il suo nome è legato soprattutto allo storico scudetto della Sampdoria ed alla seconda (e finora ultima) Coppa dei Campioni conquistata dalla Juventus. Ma la cariera di Gianluca Vialli non si può riassumere soltanto nei trofei più importanti, ci sarebbero tante cose da raccontare e ricordare: la nazionale e quello splendido Europeo del 1988, oppure la parentesi finale della sua carriera in Premier League, al Chelsea, tra i primi bomber italiani ad imporsi in un campionato estero. Oggi Gianluca Vialli sta giocano la sua partita più dura, più difficile di qualunque scudetto o Champions League: l'avversario si chiama cancro e, purtroppo spesso, è inesorabile.
Era lontano dai riflettori da un pezzo, stava lottando contro la malattia che l'aveva colpito. Sta meglio, ma la battaglia non è ancora vinta. Gianluca ha deciso di parlarne in una lunga intervista al Corriere della Sera, a pochi giorni dalla pubblicazione del suo libro: 'Goals: 98 storie + 1 per affrontare le sfide più difficili'. "Del cancro avrei fatto a meno - racconta l'ex calciatore ed allenatore - ma certe cose non sono possibili. Allora l'ho considerata come una fase della vita da affrontare con grande coraggio".
'Giravo con un maglione sotto la camicia, volevo essere ancora il Vialli che tutti conoscevano'
Il libro lo ha scritto per 'aiutare le persone a trovare la giusta strada'. Nelle pagine ha raccolto alcune sue frasi motivazionali che hanno scandito questa fase difficile della sua vita, ma anche storie di altri sportivi.
"Ma quando affronti questa sfida sei tu che devi funzionare, per me è stato durissimo far soffrire tutte le persone che amo. Giravo con un maglione sotto la camicia, per essere il Vialli di sempre, quello che tutti conoscevano. Poi ho deciso di raccontare la mia storia in un libro".
Mesi difficili di cure
La pubblicazione arriva dopo mesi in cui Vialli si è sottoposto a cure lunghe e difficili.
Ora afferma di stare meglio, sorride. "Ho nuovamente un fisico bestiale, ma non so ancora come finirà questa partita. Spero che il mio libro possa essere utile a chi affronta questa dura battaglia. Vorrei che qualcuno possa dire che è anche merito mio se ha superato questo incrocio difficile della vita".
Il ricordo della sua grande carriera
Nell'intervista, Vialli parla anche del suo passato agonistico, della Sampdoria con cui ha conquistato un titolo di campione d'Italia e di Roberto Mancini, il suo 'gemello'. "Siamo come fratelli. Del resto abbiamo la stessa età ed abbiamo condiviso tanto insieme sul campo. Quando hai un rapporto del genere puoi stare anche anni senza sentire l'altra persona, ma il legame rimane". Poi la Juventus, la Champions vinta in finale contro l'Ajax nel 1996. "Grande partita, meno male che la chiuse Jugovic segnando il quarto rigore: avrei dovuto tirare il quinto e non ho mai avuto un grande rapporto con i tiri dal dischetto". E poi la nazionale, due Mondiali disputati per lui e tanti campioni affrontati. "Maradona di Messico '86 resta il più grande contro cui abbia mai giocato".