Quello che sta nascendo è senza dubbio un Genoa interessante, condito di giovani promesse e senatori su cui Aurelio Andreazzoli ha deciso di puntare. In ballo ci sono altri numerosi obiettivi che se concretizzati potrebbero davvero permettere al Genoa di presentarsi ai nastri di partenza con un organico di tutto rispetto, per un campionato lontano dai bassifondi della classifica.
Gessi Adamoli non si fida: 'Politica societaria basata su plusvalenze'
Nel suo articolo per La Repubblica Genova, il giornalista Gessi Adamoli ha parlato della situazione rossoblu, focalizzandosi sul mercato e sulle prospettive del club: "Il punto di partenza sarebbe recuperare la fiducia dei tifosi dopo una stagione molto sofferta e possibilmente gettare le basi per un futuro ambizioso.
Il fiero dna genoano - ha proseguito Gessi Adamoli - è stato distrutto da una politica societaria improntata sulle plusvalenze e sulla compravendita compulsiva".
Secondo il noto giornalista i tifosi sarebbero ormai vittime di questa politica societaria: "Non esistono squadre che possono rinunciare all'amore della propria gente, soprattutto il Genoa che è sempre andato avanti nonostante risultati non esaltanti. Infatti l'ultimo successo è datato 1937, ma non vincere per i supporters del grifone non è mai stato un problema grazie a orgoglio e dignità, valori fortissimi che sono stati tramandati di generazione in generazione".
La stoccata su Russo: 'Non era l'erede di Perin?'
Gessi Adamoli si sofferma poi sui movimenti di mercato del Genoa e si mostra scettico sullo scambio col Sassuolo Cassata-Russo: "Come ogni anno si ripete il giro della giostra.
Si cerca di chiudere il campionato limitando i danni e poi si vende tutto quello che si può vendere. L'ultimo sacrificio si chiama Russo, classe 2001, venduto non alla Juve o allo United ma ad un club come il Sassuolo. Valutato dieci milioni di euro, il Genoa ha portato a casa Cassata, un giocatore irruento che al Ferraris nella sfida Genoa-Frosinone ha lasciato i suoi in dieci uomini per oltre un'ora di gioco".
Il giornalista di Repubblica non si capacita di come il Genoa si possa essere liberato così a cuor leggero di colui che era stato definito l'erede naturale di Perin: "Era stato presentato come tale ed è andato via senza giocare mai una partita. Poi ci si chiede perché il presidente Preziosi non sia più credibile agli occhi dei tifosi".
Sulla mancata cessione societaria, Gessi Adamoli non sembra affatto sorpreso: "Col fiato sul collo dell'Empoli Preziosi aveva nominato un advisor per vendere il Genoa. Attraverso i suoi fedelissimi aveva fatto filtrare la notizia secondo la quale ci sarebbero stati più gruppi interessati. Soprattutto York Capital, salvo poi smentire sotto le pressioni di Roberto Scotto, leader della Gradinata Nord".