La Nazionale italiana di calcio ha vinto 2-0 contro la Grecia staccando il pass di qualificazione agli Europei dell'estate 2020.

Erano 56 mila, ieri sera, i tifosi arrivati da ogni parte della penisola per vedere il cielo sopra l'Olimpico di Roma tingersi d'azzurro. Un tripudio di bandiere, cappelli e magliette con il tricolore stampato sopra. C'erano famiglie che accompagnavano i figli per la prima volta allo stadio, ragazzi che bevevano una birra con gli amici di una vita, romanisti che si mischiavano a laziali, perché per una volta i colori non contano.

E' la magia della Nazionale, che unisce persone di ogni età e fede sportiva. Il calcio, per una sera, riscopre la propria funzione sociale. Non portatore d'odio, violenza o razzismo, ma bensì gioia e passione. Per una volta il calcio riscopre il sorriso puro di un bambino, stupefatto dalle luci di uno stadio. Per una volta anche chi ha più primavere sulle spalle si emoziona a sentire l'inno cantato da così tante persone, che per una sera sono esattamente come lui. Tutti uniti sotto un'unica bandiera, riscoprendo quel pizzico di orgoglio che non guasta mai. In un momento storico in cui la guerra ha ripreso la scena, e il mondo si riscopre vulnerabile a prepotenze e soprusi, una serata come quella di ieri forse è ciò che ci vuole per far credere a un padre che non è poi così male il mondo che lascerà a suo figlio.

I fischi di pochi durante l'esecuzione dell'inno greco vengono rapidamente coperti dagli applausi del resto dello stadio, i tamburi dei tifosi ospiti vengono assecondati dalla ola che coinvolge tutti i settori dello stadio. E' la festa dello sport, del calcio puro, libero da padri e presunti padroni che lo avvelenano con odio e violenza.

In campo lo spettacolo è mediocre, la Grecia si difende con il coltello tra i denti nonostante non avesse praticamente più niente da chiedere, ma alla fine l'Italia riesce a vincere per 2-0 (a segno Jorginho e Bernardeschi) e qualificarsi matematicamente per i prossimi Europei come prima del girone.

Rinascimento azzurro

Ha fatto scalpore e creato qualche polemica, forse anche troppe, la maglia usata dalla Nazionale italiana ieri sera.

La Puma ha infatti deciso di donare ai ragazzi di Mancini una terza maglia, da aggiungere a quella classica azzurra e alla seconda bianca. Il verde è il colore prescelto, con dettagli dorati e blu. La divisa si chiama "Rinascimento", e vuole celebrare i nuovi talenti che si stanno affacciando al calcio e alla Nazionale italiana. Forse sarebbe stato meglio e più utile per la Figc indicare la lotta per la salvaguardia dell'ambiente come motivo principale, ma comunque la maglia è andata a ruba, sia negli store ufficiali che online. Il Rinascimento è quel periodo storico, a cavallo tra XV e XVI secolo, che si caratterizzava per una nuova e vivace fioritura artistica e letteraria, a cui si aggiungeva una nuova e più moderna concezione dell'uomo e del suo intelletto.

Una rinascita, dunque. Quella a cui l'Italia calcistica intera si augura di assistere dopo la cocente e ancora fresca delusione per la mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018. E chissà che la rinascita, oltre che prettamente sportiva, non possa allargarsi a tutta la concezione del calcio nel nostro paese. Chissà che la serata dell'Olimpico non possa essere la prima di tante partite in cui il campo è il protagonista indiscusso, e il rispetto per l'avversario la sua spalla. Chissà che finalmente razzismo e violenza non possano abbandonare una volta per tutte gli stadi, e lasciare a un padre e ad una madre la gioia di vedere loro figlio sorridere di fronte allo sport più amato al mondo.