Il 14 febbraio, la società sportiva Cagliari Calcio ha diffuso un comunicato che rende pubblica una decisione di fondamentale importanza nella lotta contro le manifestazioni razzistiche dentro gli stadi. Il club del presidente Giulini ha infatti emanato un provvedimento di interdizione perpetua nei confronti di tre persone che, nei mesi trascorsi, avevano rivolto frasi offensive, a sfondo razzista, verso alcuni calciatori avversari. I tre tifosi del Cagliari erano stati individuati dal personale addetto alla sicurezza interna allo stadio "Sardegna Arena" e denunciati.

D'ora in avanti non potranno più mettere piede all'interno dell'impianto sportivo cagliaritano, per nessun genere di manifestazione.

La maggioranza dei tifosi è contro il razzismo

La decisione della società rossoblu non rappresenta solo un atto concreto nella lotta contro il razzismo negli stadi, ma anche un segnale forte rispetto alla tentazione, nella quale non pochi cadono, di coinvolgere un'intera tifoseria o, addirittura, un'intera città in un atto di accusa che, invece, deve essere attentamente indirizzato verso gli incivili individuati come responsabili del misfatto. Tanti ricorderanno i fatti capitati alla Sardegna Arena nello scorso mese di aprile, in occasione della partita Cagliari-Juventus.

Secondo certe ricostruzioni, il calciatore bianconero Kean sarebbe stato insultato dal pubblico di casa per il colore della sua pelle. Divampò la polemica tra chi, incautamente, lasciò intendere che i tifosi cagliaritani fossero razzisti e chi, al contrario, sosteneva che nessuna manifestazione razzista fosse stata indirizzata all'attaccante della Juventus.

Per amore della verità, è bene ricordare che l'inchiesta avviata dalla giustizia sportiva non portò ad individuare alcuna responsabilità e che nessun provvedimento punitivo fu preso nei confronti della società cagliaritana. Tuttavia la polemica non si spense del tutto e ancora oggi, a ben guardare, alcune opinioni la rinfocolano.

Ad esempio, dopo i presunti insulti a sfondo razzista che sarebbero stati rivolti al calciatore Lukaku, in occasione di Cagliari-Inter del 2 settembre, l'informazione in generale è tornata a ricordare la vicenda capitata a Kean come un precedente "che pesa" sulla tifoseria del Cagliari, sebbene la vicenda sia stata archiviata senza conseguenze. La società rossoblu, individuando e punendo i veri - e soli - responsabili di atti razzistici accertati, ha messo in luce anche la sostanziale correttezza e sportività della tifoseria sarda. Si tratta di un fatto molto importante, perché la sconfitta dei razzisti e dei violenti passa necessariamente per il loro isolamento rispetto alla maggioranza leale degli sportivi.

In questa direzione si era mosso anche il Verona Calcio. Dopo il recente e deprecabile episodio che ha riguardato l'attaccante del Brescia Balotelli, anche i tifosi del Verona erano stati messi, tutti insieme, sotto accusa. La società veneta allora si è mossa per difendere il buon nome dei suoi sostenitori, decidendo di dotare di body cam gli steward presenti sulle gradinate del Bentegodi, allo scopo di individuare con facilità e certezza i responsabili di atti delinquenziali.

La FGCI con fermezza contro il razzismo

Il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina e il presidente della Lega Serie A, Paolo dal Pino hanno tributato un doveroso e convinto plauso all'iniziativa del Cagliari. L'intransigenza dimostrata dal club di Giulini verso i tre tifosi incivili è stata salutata come la misura necessaria - e auspicabile anche in futuro e da parte di tutte le società calcistiche - per rendere gli stadi luoghi migliori e sicuri.

Se lo sport deve essere vissuto come uno spettacolo che esalta i valori della lealtà, della correttezza e del rispetto, allora la FGCI e le società calcistiche, unitamente, devono dimostrare con atti concreti un profondo senso di responsabilità nei confronti di tutte le persone che si recano allo stadio unicamente per divertirsi e sostenere sportivamente la propria squadra del cuore. Da Cagliari è partito un buon viatico.