L'emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus sta causando un numero consistente di decessi e contagiati in tutto il mondo (finora oltre un milione e mezzo di infetti nel mondo e circa 95mila decessi).
Una delle nazioni più bersagliate dal patogeno è sicuramente l'Italia. Pesa evidentemente l'aspetto sanitario ma ciò che ulteriormente preoccupa gli esperti di finanza è il possibile tracollo economico dell'Unione Europea e, di conseguenza, anche delle singole nazioni.
Uno dei settori più colpiti in tal senso è quello del calcio.
Oltre ad aver subito una perdita di ricavi in diritti televisivi, sponsorizzazioni e vendita biglietti stadi, le società di Serie A hanno visto infatti ridimensionare anche il valore economico delle loro rose. Stando ad uno studio condotto dal noto sito Transfermarkt, l'emergenza Coronavirus ha portato ad un crollo inevitabile del valore dei cartellini dei giocatori delle società di Serie A. Le più penalizzate sono Juventus ed Inter con i bianconeri a far registrare un meno 140 milioni. Diversa la congiuntura in termini esclusivamente di percentuale: Torino, Udinese e Lecce hanno infatti perso il 20% del patrimonio associato al parco giocatori, la Juventus invece è ferma al 18,6%.
Ovviamente le stime di Transfermarkt sono teoriche e non impattano in nulla su bilanci ed eventuali trattative di mercato: le nuove cifre sono state calmierate a seguito dell'aggiornamento dei propri database che il noto portale online propone ogni due settimane.
Possibile perdita valore giocatori di 1 miliardo: Juve e Inter più colpite
In termini di valutazione dei giocatori, come dicevamo, hanno perso maggiormente Juventus ed Inter. La società bianconera ha subito una perdita di 140 milioni di euro (da 755 a 614) mentre l'Inter di 132 milioni di euro. Segue subito dopo il Napoli a meno 129,40 milioni. Di certo, le società in questione non si aspettavano un calo così drastico del proprio patrimonio-giocatori.
Proprio la Banca Imi ha stimato per il mese scorso ulteriori perdite per la Juventus quantificate in circa 100 milioni di euro qualora non dovesse riprendere il campionato. Questa somma deriva in particolar modo dai mancati introiti da diritti televisivi, sponsorizzazioni e vendita biglietti 'Allianz Stadium'. Da qui il motivo per cui la Juventus ha optato per un accordo coi propri calciatori sul taglio delle prossime quattro mensilità.
Serie A, gran parte delle società sperano in una ripresa anche per motivi economici
La speranza è che quindi si possa riprendere a giocare per tanti motivi. Prima di tutto perché significherebbe che il virus è gestibile, secondo perché le società potranno recuperare alcuni ricavi che inevitabilmente hanno perso con la sospensione forzata del campionato e delle competizioni europee.
Quello che però sembra certo è che, in caso di ripresa del campionato, i ricavi non arriveranno dalla vendita dei biglietti. Probabile infatti che si giochi solo a porte chiuse per evitare il rischio contagio.
La linea della Figc però sembra evidente: entro fine aprile bisognerà riprendere gli allenamenti e poi cercare di ripartire con la Serie A a fine maggio-inizio giugno. A luglio-agosto invece dovrebbe esserci spazio per le competizioni europee.