Il tecnico del Benevento Filippo Inzaghi prima del match di Coppa Italia Juventus-Milan è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport.

A tale proposito l’ex attaccante, che ha giocato per anni con le maglie di entrambi i club, ha dichiarato che essa non è mai una partita come le altre, basti ricordare il Trofeo Berlusconi di qualche anno fa: "Nonostante il trofeo si giocasse in piena estate, San Siro per Milan-Juve si riempiva sempre".

'Sembra che io e Raul abbiamo segnato poco nelle coppe'

Filippo Inzaghi ha anche voluto elogiare Cristiano Ronaldo, sottolineando come gli piaccia portare il portoghese come esempio nel suo spogliatoio, conoscendo la sua professionalità e il modo con cui si allena.

Su di lui Inzaghi ha dichiarato: "Non mi aspettavo che diventasse così straordinario come goleador". Poi ha voluto ironizzare sia sul portoghese che su Messi dichiarando: "Sono un po' arrabbiato con lui e con Messi, grazie a loro sembra che io e Raul nelle coppe abbiamo segnato poco".

Pippo Inzaghi e il suo Benevento

Pippo Inzaghi si è soffermato anche sul suo Benevento. La squadra campana riprenderà il campionato di Serie B il 21 giugno nel match contro la Cremonese, ma avendo ben 20 punti di vantaggio seconda classifica, basteranno pochi punti al Benevento per ottenere la promozione in massima serie.

Sulla ripresa della Serie B ha dichiarato: "Mi incuriosisce la condizione della squadra". Si è poi detto un po' preoccupato sullo stato di salute dei suoi giocatori, ma è consapevole di vedere molto entusiasmo e voglia di giocare di nuovo a calcio.

Il Benevento in questa stagione ha fatto incetta di punti, vittorie e record. Inzaghi ci ha tenuto a precisare: "Il record più importante sono la serietà, l'impegno e la dedizione che i miei calciatori hanno sempre dimostrato".

'Spero che il pallone ci porti serenità'

Pippo Inzaghi si è anche detto felice della ripresa del calcio giocato, dichiarando: "Grande gioia ed emozione.

Speriamo che il pallone ci porti serenità". Il tecnico del Benevento ha poi sottolineato che nel periodo peggiore associato al coronavirus nessuno voleva riprendere a giocare e che l'esigenza principale era pregare, nella speranza che tale emergenza venisse superata quanto prima.

In conclusione ha detto: "Spero che questa esperienza serva per far tornare tutti con i piedi per terra, è il momento di rendere tutto più umano e normale".