Italia-Germania 4-3, 50 anni dopo. Una pagina esaltante per il calcio di casa nostra, una tremenda delusione se vista con gli occhi dei calciatori tedeschi. Il tempo è un buon dottore ed è capace di curare anche le ferite più profonde, ma a mezzo secolo di distanza la rabbia di Sepp Maier per quella sconfitta è ancora integra. Dal suo punto di vista la 'partita del secolo', la semifinale dei Mondiali messicani giocata allo stadio Azteca il 17 giugno 1970 fu 'viziata' da almeno due incredibili sviste arbitrali che si rivelarono penalizzanti per la Germania Ovest.
Nel suo mirino, oggi come allora, finisce l'arbitro peruviano Arturo Yamasaki.
'Non sono mai riuscito a rivedere per intero la partita'
Le parole dei portiere tedesco, campione del mondo con la nazionale nel 1974, sono contenute in una recente pubblicazione. 'Mehr als ein Spiel' (Più di un gioco) è uno speciale realizzato dal giornalista Oliver Wurm interamente dedicato a Italia-Germania del 1970. Le dichiarazioni di Maier riportate da Der Spiegel sono un estratto di quella lunga chiacchierata, la sua è una delle tante testimonianze della semifinale dell'Azteca. Nell'intervista gli viene fatto notare che su 95 partite giocate tra i pali della nazionale tedesca, quella con l'Italia del 1970 è l'unica in cui ha preso quattro gol.
"Ho avuto una buona difesa", commenta in proposito Maier, ma subito le sue parole si fanno più taglienti quando gli viene chiesto se in questi decenni ha rivisto la partita. "Ho osato farlo una volta, ho visto la partita per un'ora, ma poi ero troppo infastidito dall'arbitro e ho interrotto la visione".
Maier lamenta la mancata concessione di due rigori
Qui mette nuovamente sul banco degli imputati il signor Yamasaki. "Quaranta o cinquant'anni dopo non riesco a calmarmi e sono ancora furioso". I motivi che lo hanno fatto arrabbiare sono abbastanza noti, i tedeschi nel corso del match reclamarono la mancata concessione di un rigore su Franz Beckenbauer.
Maier cita due episodi, a suo modo di vedere c'era fallo da rigore anche su Uwe Seeler. "Erano falli evidenti, almeno uno andava concesso, ma l'arbitro ha fatto proseguire. Sono sicuro che avremmo vinto noi e saremmo andati a giocare la finale contro il Brasile che era fortissimo, ma forse avremmo vinto noi, sicuramente non avremmo perso 1-4 come l'Italia". In realtà, come lo stesso ex portiere racconta, la sua rabbia nei confronti dell'arbitro esplose già a fine partita. "Ci odiava e dopo il fischio finale andò dritto negli spogliatoi, io ero davvero fuori di testa nei suoi confronti, ma per fortuna i miei compagni mi afferrarono. Anche il mister Helmut Schon mi disse "non farlo Sepp o sarai squalificato" e tutti gli altri: Schnellinger, Overath, Franz, tutti erano molto scossi. Se ho pianto? No, non piangevo mai dopo una sconfitta: ero arrabbiato e lo sono ancora".