Paul Pogba è risultato positivo al Dhea, l’ormone della giovinezza: è quanto emerso dalle controanalisi stabilite in merito alla prima positività riscontrata a carico del francese nel post Udinese-Juventus della prima giornata.
Rispetto alle prime analisi però, il calciatore ex Manchester Utd non è risultato positivo al testosterone ma al Dhea, un contaminatore classico di decine di prodotti contro l'invecchiamento e per il miglioramento della forza muscolare: questo particolare ormone non viene sempre indicato nelle etichette dei prodotti, su questo si baserà la difesa dei legali di Pogba.
Differenza tra Dhea e testosterone
Sia chiaro, la Deha è un ormone vietato dalla normativa antidoping, Pogba è dunque risultato positivo e non idoneo a superare il test: lo scenario però è cambiato. All'esito dei primi controlli, Pogba era risultato positivo al testosterone mentre le controanalisi hanno rivelato con precisione come la sostanza in questione sia il Dhea che produce gli stessi metaboliti del testosterone, da lì la 'confusione' in seguito al primo giro di analisi. E adesso?
Le prossime mosse della difesa
La differenza emersa potrebbe essere la chiave per la difesa di Paul Pogba utile ad ottenere uno sconto di pena di fronte al tribunale antidoping. Il Dhea è vietato ormai da 10 anni dalla normativa italiana ma si tratta di un ormone che contamina molti integratori usati per combattere l’invecchiamento e per rafforzare i muscoli senza che la sua presenza venga sempre esplicitata sulla confezione esterna.
La difesa punta allora a dimostrare la non intenzionalità dell’assunzione ignaro della presenza del Dhea perchè non segnalato: Pogba dovrà comunque specificare in che quantità abbia assunto il complemento alimentare e su indicazione di chi, facendo anche il nome del medico che gliel'ha indicato.
La Juventus resta spettatrice interessata della situazione e solo dopo il verdetto finale deciderà se rescindere oppure no il contratto col giocatore: per effetto della normativa di settore, Pogba riceve già adesso il minimo sindacale, 42.477 euro lordi l’anno che, al netto, equivalgono a circa duemila euro al mese ma sempre la normativa del comparto consentirebbe al club di rescindere in via unilaterale data la confermata positività.
Sia Cristiano Giuntoli che Massimiliano Allegri hanno speso parole al miele per il calciatore transalpino, all'esito del processo ogni strategia societaria verrà svelata.