In occasione dell'approssimarsi della data del 21 dicembre, quando la Corte di Giustizia Europea sarà chiamata a pronunciarsi sulla legittimità o meno del monopolio Uefa e FIFA, continua la girandola di indiscrezioni relativa al format che potrebbe avere la Superlega, che in base alla sentenza promossa potrebbe emettere i propri ufficiali vagiti già in questa settimana.

Ad esprimersi in queste ore tramite un post pubblicato via social è stato Bernd Reichart, il CEO di A22, la società incaricata di dare tecnicamente forma alla Superlega: "Tutti i campionati nazionali sono gestiti dagli stessi club.

Solo a livello europeo i club non hanno voce in capitolo. Crediamo fermamente nella Corte e nelle leggi dell’UE. Dopo aver letto la risoluzione e aver confermato l’illegalità del monopolio Uefa, saremo finalmente in grado di pubblicare i risultati di più di un anno di consultazioni e proporremo un formato di competizioni europee aperto per più di 60 club, che saranno trattati in maniera corretta ed equa. La Uefa, da parte sua, dichiarerà senza dubbio di aver vinto, qualunque cosa accada. Non fatevi ingannare. Le libertà fondamentali sono chiare nel diritto dell’UE e si applicano ai propri cittadini, e sì, anche al calcio".

Tre competizioni 'comunicanti' ed oltre 60 squadre coinvolte

Se la Corte legittimerà per i vari club d'Europa la possibilità di partecipare ad altre competizioni oltre a quelle UEFA senza per questo temere sanzioni o estromissioni dalle altre kermesse già esistenti (Champions League, Europa League e Conference League), la Superlega avrà teoricamente una base normativa che ne consentirebbe l'esistenza.

Ma quale sarà il format?

Le ultime indiscrezioni parlano di tre competizioni comunicanti con promozioni e retrocessioni, garantendo dunque il famigerato merito sportivo oltre ad una stabilità dei guadagni, andando dunque a costituire un flusso aperto e continuo.

Se il nuovo formato verrà confermato la struttura sarà molto diversa da quanto si disse nell'aprile 2021

Qualora il format fosse quello ipotizzato ci si troverebbe davanti ad un formato totalmente diverso da quello ipotizzato in principio, quando si parlò di un campionato europeo 'chiuso' e su invito con i club a parteciparvi non per merito sportivo ma appunto per la grandezza e notorietà del brand.

Ed era proprio su questo che si basavano le rimostranze dell'UEFA, contraria proprio per 'tutelare' e promuovere i principi di meritocrazia sportiva in virtù della quale a partecipare alle varie competizioni europee è chi se le merita sul campo.