La crisi crescente porta sempre più persona ad avere difficoltà a pagare gli affitti, soprattutto nelle grosse città dove i prezzi sono elevatissimi. Spesso l’affitto si mangia il 70% degli stipendi di una famiglia monoreddito, causando l’impossibilità di far fronte alle altre spese necessarie per la vita. In Italia ci sono alloggi popolari che vengono concessi a canoni ridotti in base al reddito del nucleo familiare e sono quelli dell’edilizia residenziale pubblica. Essi sono immobili costruiti ad hoc e di proprietà demaniale che servono proprio per permettere ai cosiddetti indigenti di avere quanto meno un tetto sotto cui stare ed a prezzi contenuti.

Come vengono assegnati gli alloggi?

Le case popolari sono di norma assegnate a coloro che hanno presentato domanda e che poi sono stati classificati in una graduatoria. Ogni Regione Italiana stabilisce delle regole e dei requisiti per l’assegnazione di queste case e predispone bandi periodici con i quali una famiglia può richiedere l’alloggio a canone ridotto. Per il 2015, i requisiti comuni a tutti i bandi sono la cittadinanza italiana o comunitaria o un titolo equivalente come il permesso di soggiorno regolare da almeno 2 anni, e la residenza effettiva nel comune dove si intende richiedere l’alloggio. Inoltre il limite di reddito prestabilito deve essere inferiore ai 25mila euro annui, sempre riferito al nucleo familiare.

Come viene stabilita la graduatoria?

La graduatoria non è altro che l’elenco con cui vengono classificati i soggetti che richiedono l’alloggio. Infatti dopo aver presentato domanda, in base al punteggio raggiunto da ciascun richiedente verrà stilata la classifica che poi porterà alle assegnazioni, scalando la graduatoria. I requisiti che danno punteggi maggiori sono molteplici ed indicano lo stato di necessità dei richiedenti.

Sono avvantaggiati nella concessione i soggetti che richiedono l’assistenza dei servizi sociali comunali, quelli che non avendo la possibilità alloggiano presso dormitori pubblici, nuclei familiari con soggetti invalidi o inabili e naturalmente famiglie con molti figli o con reddito inferiore alla soglia di povertà. Naturalmente sta poi ai servizi sociali in funzione stabilire anche se un nucleo familiare vive in un alloggio degno dal punto di vista sanitario o se in sovraffollamento.

Come si presenta la domanda

La maggior parte dei comuni hanno un modello prestabilito da compilare per accedere alle assegnazioni. SI può ritirare presso il proprio comune di residenza o scaricandolo on line dai siti ufficiali dei comuni. La procedura di invio sembra comune a tutti, ed è la consegna presso l’ufficio di protocollo comunale o per raccomandata, allegando alla domanda tutti i documenti necessari a partire dall’ISEE. Le domande possono essere inoltrate sempre, ma la maggior parte dei comuni, per stilare annualmente la graduatoria dei possibili beneficiari le chiude al 30 settembre. I bandi poi escono di norma a cadenza quadriennale ma spesso, per questione di necessità e di alto numero di domande vengono proposti bandi aggiuntivi e straordinari ogni anno.

Vedendo poi la mappa delle case di proprietà comunali o di altri enti pubblici, che oggi sono vuote, viene da pensare che probabilmente, presentare la domanda possa portare a repentine assegnazioni dei più sfortunati che così avrebbero una boccata di ossigeno in un periodo di crisi nera come questo.