"Un'amatriciana per Amatrice" è il nome dato all'evento benefico etneo.Gli italiani sono sempre stati vivi ogni qual volta si è trattato di aiutare chi, come in questo caso, è stato colpito da un evento tanto tragico.
Nemmeno questa volta Catania ha voluto rinunciare a dare il proprio contributo: la città etnea organizza un evento interamente dedicato alle zone colpite dal sismalo scorso 24 agosto.
"Amatriciamoci: il cuore di Catania batte per voi" avrà luogo venerdì 16 settembre dalle ore 20 presso la Corte di Palazzo degli Elefanti. Sarà possibile acquistare e degustare il piatto tipico laziale, anche nella sua versione vegetariana.L'offerta minima è di 5 euro per la pasta, 3 euro per il bicchiere extra di vino o di birra.
Il ricavato sarà interamente devoluto alle popolazioni colpite dal Terremoto.A voler creare questa splendida iniziativa è stato il sindaco di Catania, Enzo Bianco. L'organizzazione, invece, è dovuta ai volontari della croce rossa italiana.
Amatriciana: la storia e gli ingredienti tipici
"...e li tra gli armenti, da magica mano, nascesti gioiosa nel modo più stranola pecora mite e il bravo maiale, donarono insieme formaggio e guanciale"(Carlo Baccari).
L'Amatriciana, o "matriciana" (così divenne in romanesco a causa dell'afèresi tipica di questo dialetto), è il condimento tipico delle osterie e delle trattorie romane e gli ingredienti principali sono guanciale, formaggio pecorino e pomodoro.
Probabilmente, come riporta Agrodolce, il piatto è figlio della gricia (o griscia), ossia un piatto di spaghettio maccheroni, tipico di Grisciano, conditi con olio, pepe e barbozzo o guanciale .
L'aggiunta della salsa di pomodoro avvenne nel diciassettesimo secolo e ne abbiamo testimonianza grazie al manuale di cucina del cuoco romano Francesco Leonardi, che la servì, pensate un po', alla corte del Papa. Insomma, il nostro Leonardi, cuoco più che modernista per i tempi, presentò un piatto popolare ad un evento di alta classe. Possiamo supporre che, data l'attuale considerazione della pietanza, i commensali si leccarono i baffi.