In Italia la spesa per i cellulari, riferita soprattutto ai costi di gestione degli stessi, quindi prendendo in esame le tariffe e le ricariche, più che il costo dello strumento in sé, è sorprendentemente bassa rispetto agli altri paesi europei. E anche la spesa per cellulari di ultima generazione è abbastanza calata e rimane comunque bassa.
Questa indagine fatta da Demoskopea ci permette di affrontare l'argomento prendendo in considerazione dei dati ai quali difficilmente possiamo non credere. Lo stereotipo dell'italiano spendaccione, sempre al telefonino e che mette in mostra l'ultima uscita, non corrisponde però a ciò che si evince dai dati raccolti.
Iniziando con il prendere in esame la spesa generale per l'acquisto di un cellulare, i dati parlano molto chiaro. Vi è un assottigliamento della spesa verso cellulari di ultima generazione, che tendenzialmente costano molto. Boom, invece, di quelli con un costo compreso tra gli 85 ed i 130 euro, con un incremento delle vendite, nell'ultimo anno, di ben il 65%.
La quota degli italiani che predilige poi la scheda ricaricabile, rispetto ad un contratto libero, è di ben l'89% . La spiegazione è data dal fatto che con il contratto libero vi è il rischio, molto concreto, che si sfori dal budget previsto e ci si ritrovi poi a pagare bollette esorbitanti. Con la scheda prepagata, invece, il budget investito è quello che abbiamo poi a disposizione e da cui non possiamo sforare.
Infine affrontiamo il tema della spesa mensile degli italiani per la gestione del cellulare. Come abbiamo visto sopra, la nostra indagine, vista la netta preponderanza di coloro che si servono di schede prepagate, va fatta proprio su di loro. La spesa di questa amplissima fascia di persone può essere racchiusa in questi dati, ben il 67% del campione preso in esame non spende più di 15 euro al mese.
Addirittura il rimanente 33% del campione spende una cifra massima di 8, 9 euro al mese. Vi sono poi leggeri cambiamenti in base alle zone geografiche prese in esame, ma sono di poco conto. Il trend generale viene comunque confermato in tutta Italia.