L’iPhone 6 e l’iPhone 6 Plus diventano inutilizzabili se riparati in centri non autorizzati. In tanti stanno riscontrando il finora sconosciuto “Error53” dopo aver portato a riparare il proprio iPhone per la rottura del vetro o per il malfunzionamento della batteria. In realtà, si tratta di una pratica della stessa Apple che non gradisce che le riparazioni dei propri prodotti vengano svolte da tecnici che non facciano parte dei punti vendita o, comunque, che non siano i pochi centri ai quali è stata data l’autorizzazione. L’Error53 è, dunque, un errore indotto dalla stessa Apple che, dallo scorso settembre (anche se i primi casi si stanno verificando soltanto negli ultimi tempi), con l’aggiornamento alla nuova versione 9 del sistema operativo iOS, ha reso inutilizzabile l’iPhone 6 se riparato da estranei.
Apple iPhone 6, quando si verifica l’Error53?
L’Error53 sugli iPhone 6 e iPhone 6 Plus è una funzione interfacciata con l’aggiornamento del sistema operativo sui sensori del Touch Id, ovvero sul tasto rotondo che permette il riconoscimento delle impronte digitali. I sensori, infatti, riescono a rilevare se nel dispositivo sono stati installati componenti hardware non originali, ovvero non prodotti dalla stessa Apple. In tal caso, scatta l’interruzione dell’intero smartphone e, ovviamente, la perdita della garanzia sul prodotto. In più, se il possessore dell’iPhone non ha provveduto precedentemente a fare il backup, perderà anche tutti i dati presenti.
Associazioni consumatori contro l’Apple: pratica vessatoria?
Sulla questione si stanno muovendo le associazioni di consumatori. Le riparazioni negli store Apple sono costose e i centri autorizzati non sono distribuiti su tutto il territorio nazionale. Infatti, occorre spostarsi nelle città più grandi, mettersi in attesa e non sempre chi ha un iPhone è disposto a perdere il proprio smartphone per diversi giorni.
Per questo motivo, rivolgersi ad un centro di riparazione, anche se non autorizzato, ma che comunque risolva il problema è la soluzione più pratica. La Federconsumatori e l’Unione Nazionale dei Consumatori hanno annunciato che faranno ricorso all’Antitrust: l’Error53 potrebbe essere giudicata, a tutti gli effetti, una pratica vessatoria.