Il giornalista Domenico Quirico, reporter de La Stampa è stato liberato dopo cinque mesi terribili: era stato rapito lo scorso nove aprile e alla prima domanda, su come fosse stato trattato in prigionia, la sua risposta è stata: Non bene. Il giornalista è arrivato poco dopo la mezzanotte all'aeroporto di Ciampino, dove c'erano ad accoglierlo il Ministro degli Esteri, Emma Bonino ed i giornalisti. "Sono stato trattato male; ho avuto paura, è come se fossi stato su Marte". Queste le sue parole da brivido.

E' stato liberato anche il cittadino belga Pier Piccinin.





Questa mattina il reporter verrà ascoltato dalla Procura di Roma e poi finalmente andrà dalla sua famiglia a  Cuneo.



In questi mesi c'è stato un unico contatto nel mese di  giugno, dopo un video messo nel web dalle figlie, Metella ed Eleonora, una telefonata che informava delle sue buone condizioni. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha commentato: "Vivissimo apprezzamento per l'impegno dispiegato dal ministro Bonino, dal ministero degli Esteri e dai Servizi per il successo di tutti i delicatissimi passi volti a garantire la libertà di Domenico Quirico".



Govone, il paese in cui vive il reporter è in festa. "Siamo felicissimi" sono le prime parole di Giampiero Novaro, sindaco del paesino in provincia di Cuneo.

"Per fortuna tutto si è concluso nel migliore dei modi. La notizia della liberazione di Quirico rende felice tutto il paese".

Chi è Domenico Quirico: L'inviato di guerra del quotidiano La Stampa è apparso davvero stanco e impaurito quando è atterrato all'aeroporto, dove Emma Bonino, ai piedi della scaletta dell'aereo, lo ha atteso per un abbraccio. Da sempre in prima linea per la Primavera araba, su cui nel 2011 ha scritto un libro: "Primavera araba".

Nell'agosto 2011  durante la rivolta anti-Gheddafi in Libia, fu rapito con due colleghi del Corriere della Sera e uno di Avvenire. Fu ucciso il loro autista, i reporter sono stati liberati solo due giorni dopo.

Quirico ha seguito tante vicende africane. Negli ultimi anni ha scelto di raccontare la guerra in Mali, è andato in Somalia e per la quarta volta in Siria.

"Ho cercato di raccontare la rivoluzione siriana, ma può essere che questa rivoluzione mi abbia tradito. Non è più la rivoluzione laica di Aleppo, è diventata un'altra cosa, molto pericolosa e complessa", ha detto all'arrivo scambiando alcune parole con i giornalisti presenti. Poi ha continuato: "È come se fossi vissuto cinque mesi su Marte, ho scoperto che i miei marziani sono malvagi e cattivi. Ho saputo solo oggi chi è il presidente della Repubblica del mio paese". Queste le sue dure parole ai giornalisti, che all'aeroporto gli chiedevano di raccontare la prigionia.