"Non m'importa didovermi sedere sul pavimento a scuola". Tutto ciò che voglio è istruzione enon ho paura di nessuno". Queste sono le parole di Malala Yousafzai, unaragazza pakistana, che ha avuto il coraggio di opporsi al regime dei talebanirivendicando per le donne il diritto allo studio.

Malala a soli 11 anni, ha sfidato il divieto del regimetalebano,che impediva alle bambine di studiare, continuando afrequentare la scuola e scrivendo nel 2009, sotto pseudonimo, un diariopubblicato su un blog per la BBC, in cui racconta i soprusi che devono subirele donne considerate non degne di diritti.

Nel 2011 il governo pakistano leconsegna il premio Nazionale per la pace, come riconoscimento per il suocoraggio. Il suo attivismo però fa paura ai talebani che prima la minacciano enell'ottobre del 2012, le tendono un agguato. Alla fine dell'orario scolastico,quando si trova sul pullman per tornare a casa, le sparano da distanzaravvicinata ferendola gravemente al collo e alla spalla. Malala è sottoposta d'urgenzaa intervento chirurgico, l'attentato è rivendicato dai talebani che la accusano "d'infedeltà e di diffondere ideeoccidentali" e se dovesse sopravvivere, la uccideranno. Un ospedale diLondra si offre di curarla e Malala si trasferisce con la famiglia.

Qualche mese più tardi nel febbraio del 2013, il partitolaburista norvegese propone la sua candidatura al Nobel per la Pace.

Nel lugliodi quest'anno, la giovane parla al palazzo delle Nazioni Unite, "lanciando un appello all'istruzione per ibambini di tutto il mondo". In ottobre,le è conferito il premio Sacharov attribuito dal Parlamento europeo per lalibertà di pensiero e oggi 20 novembre, è avvenuta la consegna per mano delpresidente Martin Schulz.

Parlando dellaragazza Schulz ha detto: "Una sopravvissuta,un'eroina, una donna straordinaria, un'icona globale, simbolo della lotta alfanatismo".

Malala Yousafzai, hadedicato il premio a tutti quelli che "nel mondo combattono per i diritti umani"e invita a cambiare l'ideologia del potere: "Vera superpotenza è un paese pieno di talenti, non quello che hamigliaia di soldati!".