La protesta ucraina non ha una sola causa. I motivi dello scontro sono molteplici: dall'instabilità del Paese alla lotta sottobanco fra Russia e Unione Europea. L'Ucraina, nonostante l'indipendenza proclamata nel 1991, è costretta a fare i conti con la forte influenza russa. La scintilla che ha acceso le proteste ha una data precisa: 21 novembre 2013. Il presidente Viktor Yanukovich, leader del Partito delle Regioni, rifiuta gli Accordi di associazione tra Kiev e l'Ue e, quel giorno, migliaia di persone scendono in strada per protestare contro la decisione.
Piazza dell'Indipendenza, a Kiev, si riempie e nasce il movimento Euromaidan.
L'influenza russa alla base del no all'Ue
Perché Yanukovich ha detto no all'Ue? Alla base del rifiuto c'è la forte influenza di Mosca. Per Putin l'Ucraina è un tassello fondamentale e non vuole invasioni di campo europee. Il Paese dal quale passa il gas russo verso l'Europa è uno snodo fondamentale e il presidente lo considera decisivo per il progetto che punta alla creazione della Comunità economica eurasiatica, una risposta all'Ue sul piano politico. L'Ucraina, così, si trova tra due fuochi. Quel che è certo è che il Paese, in grave difficoltà economiche, ha bisogno di aiuto.
La vicina Russia spesso glielo presta provando a determinare le politiche interne - come a dicembre, quando Putin e Yanukovich raggiungono un accordo per un prestito di 15 miliardi di dollari e uno sconto sul gas -, dall'altro lato l'Ue vorrebbe avvicinarla ad Occidente per aumentare il suo peso geopolitico.
Ma allo stesso tempo, Europa e Stati Uniti (sensibili alla questione), non possono forzare troppo la mano con la Russia per non alterare gli equilibri internazionali su più fronti.
I leader della protesta e le violenze in piazza
A Kiev le proteste vanno avanti dall'oramai famoso 21 novembre. Dopo l'accordo con la Russia la situazione migliora, ma il pestaggio della giornalista e attivista Tetyana Chornovol, il 25 dicembre, riaccende lo scontro.
Le leggi liberticide approvate dal governo il 16 gennaio 2014 per placare le proteste fanno salire ulteriormente la tensione.
L'opposizione riesce a far decadere le leggi il 28 gennaio, mentre il primo ministro Mikola Azarov si dimette. Ma le violenze, fra tentativi di accordi e passi indietro, vanno avanti. Oggi, 21 febbraio 2014, l'annuncio dell'intesa tra Yanukovich e l'opposizione che prevede elezioni anticipate, governo di coalizione e riforme.
A capo dell'opposizione ci sono tre leader: Vitali Klitschko, Arseniy Yatsenyuk e Oleh Tiahnybok. Klitschko è un ex pugile e deputato presso l'Alleanza Democratica Ucraina per la Riforma (partito politico di centrodestra). Yatsenyuk è stato ministro degli Esteri e ora è fra i pezzi grossi dell'Unione di Tutti gli Ucraini "Patria", il partito di centrodestra guidato da Julija Tymošenko. Infine Tiahnybok, a capo di Svoboda, movimento nazionalista di estrema destra.