Duecentouno morti accertati è il terribile bilancio (purtroppo ancora provvisorio) di un'esplosione avvenuta in una miniera di carbone in Turchia, nella città di Soma, situata nel distretto di Manisa, a circa duecento chilometri a sud di Istanbul.
Per il momento sono stati tratti in salvo circa ottanta minatori, di cui quattro, però, sono stati ricoverati immediatamente in ospedale in quanto gravemente feriti. La notizia del disastro ha scosso il premier turco, Recep Tayyip Erdogan, che ha immediatamente annullato una visita in programma all’estero, per occuparsi direttamente della terribile sciagura.
Dal momento dell'esplosione è iniziata una terribile lotta contro il tempo per cercare di salvare altri minatori, dato che l'autonomia delle maschere antigas era davvero limitata (intorno all'ora-ora e mezza): la preoccupazione maggiore, in questi casi, è quella di mantenere ossigeno sufficiente durante le operazioni di soccorso e per questo motivo i soccorritori hanno continuato a pompare dell'aria fresca nella profondità delle gallerie.
Secondo le prime stime che sono state fornite dal governatore provinciale Bahattin Atci, al momento dell'incidente si trovavano nella miniera circa 580 minatori, di cui circa 300, fortunatamente, sono riusciti a trovare la via della fuga e a mettersi in salvo. Da una prima e sommaria ricostruzione di quanto accaduto, sembra che l’esplosione sia avvenuta durante un cambio di turno, e le cause, probabilmente, sono da ricondursi ad un corto circuito.
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