L'Uruguay sembra essere, dall'elezione del presidente Mujica, il paese più povero del mondo, un laboratorio economico e sociale all'interno di un continente tradizionalmente incline alla sperimentazione di modelli socio-politici. Il paese sudamericano ha infatti approvato alcune leggi innovative, tra cui, quella sul consumo e la produzione di cannabis, approvata lo scorso dicembre, e che sarà una delle più discusse e destinate a polarizzare le opinioni in un senso o nell'altro.



Come riporta "La Repubblica", il presidente dell'ufficio nazionale delle droghe, Diego Canepa, ha annunciato venerdì, in conferenza stampa, che i consumatori di marijuana in Uruguay potranno acquistare al massimo 10 grammi di sostanza alla settimana, al costo di meno di un dollaro al grammo, e previa registrazione ad un registro nazionale.

Inoltre, lo stesso Canepa ha precisato che la coltivazione di piante di cannabis sarà autorizzata su un massimo di 10 ettari di terreno.



A dicembre il senato uruguayano aveva approvato il progetto di legge sulla cannabis che prevede che sia lo Stato a farsi carico della produzione, distribuzione e vendita della marijuana, nonchè a concedere i permessi di coltivazione, dopo un lungo dibattito con le forze di opposizione. La norma era passata con i soli voti della maggioranza, il Frente Amplio, coalizione di sinistra al governo e dalle cui fila proviene il presidente Mujica.



Come annunciato da "La Repubblica", e come già anticipato, la legge prevede la creazione di un Istituto di Regolamentazione, che concederà ai privati le licenze per la coltivazione.

La marijuana sarà poi distribuita attraverso una rete di farmacie autorizzate e per un massimo di 40 grammi al mese a persona. Inoltre, per rendere effettivo il controllo, è stata prevista l'isitituzione di un registro dei consumatori, la cui privacy sarà comunque garantita.



Dinnanzi alle critiche delle opposizioni e di quanti osteggiano tale legge rivoluzionaria, il presidente Josè Munica, come riportato da "La Repubblica", risponde che l'obiettivo della norma non è diventare il paese del fumo libero trattandosi piuttosto di "un esperimento al di fuori del proibizionismo che è fallito e di un tentativo di riuscire a strappare un mercato importante ai trafficanti". L'augurio sincero per il presidente e per il paese è che questo esperimento funzioni e magari possa fungere da apripista. Sarebbe un bel traguardo per il paese sudamericano.