Continua la rivolta degli studenti ad Hong Kong. Ormai siamo arrivati al secondo giorno di protesta da parte dei manifestanti che nonostante i lacrimogeni e le manganellate della polizia continuano ad occupare pacificamente i cuore della città. La seconda lunga notte di Hong Kong è appena iniziata, e, a preoccupare la Cina, sono i tanti giovani che si uniscono alla protesta. La situazione è abbastanza critica e lo dimostra il fatto che mai la polizia era intervenuta in assetto antisommossa né tantomeno aveva usato lacrimogeni e spray al peperoncino per disperdere la folla.
Il ministero degli Esteri di Pechino oggi ha avvisato gli Stati Uniti e gli altri paesi alleati, come la Gran Bretagna, con un comunicato: "Non immischiatevi negli affari di Hong Kong. Le proteste sono una questione interna". Soltanto poche righe tra le quali s'intravede la paura di avere una seconda Tien An Men e di avere ingerenze esterne. Ma questa volta c'è un differenza, perché si sta parlando di Hong Kong, un'ex colonia della Gran Bretagna che nel 1997 ha restituito alla Cina, con una semi-autonomia di 50 anni, lo strategico fazzoletto di terra intessuto di affari.