"Francesco Schettino, ti do una settimana per dire la verità su quello che è successo dopo che hai dato l'ordine di abbandonare al nave", questo l'avvertimento lanciato dal suo profilo Facebook da Domnica Cemortan, la ballerina moldava che era in compagnia del comandante Schettino la notte del naufragio della Costa Concordia sugli scogli dell'isola del Giglio. La tragedia della crociera, conclusa con lo schianto e il relativo affondamento di fonte all'isola dell'arcipelago toscano, torna così a far parlare di sé, dopo le polemiche suscitate dalla lezione tenuta dell'ex comandante all'università Sapienza di Roma e il trasferimento ad incarichi di ufficio del Capitano Gregorio De Falco, quello che urlava a Schettino "Salga a bordo, c***o!"

La minacci di Domnica

Il dubbio che a quanto pare assilla la ragazza riguarda il comportamento dell'allora comandante Schettino subito dopo aver dato, tardivamente, l'ordine di abbandonare la nave.

"Perché" si chiede Domnica, "Schettino si è recato sul ponte 11 della Concordia per controllare il lato di dritta della nave percorrendo una pericolosa scala al buio, quando lo stesso lato poteva essere controllato da posizioni molto più facilmente accessibili, come la plancia di comando?". Ma soprattutto, si chiede l'ex amante di Schettino, "perché ha chiesto a me e al maitre Ciro Onorato di seguirlo? Se veramente il motivo era quello di un sopralluogo tecnico, non sarebbe stato più opportuno farsi accompagnare da altri ufficiali o sottufficiali?". Sono domande per le quali Domnica Cemortan sollecita una risposta al suo ex amante/comandante (la relazione sentimentale è stata ammessa dalla stessa ballerina), altrimenti, questo sembra essere il sibillino messaggio, sarà lei a farlo.

In attesa della giustizia

Il messaggio, scritto in inglese, sembra voler sottintendere che esistono verità non dette su quanto realmente accaduto la notte del 13 gennaio 2012, quelle stesse verità che i giudici del processo dovranno cercare di portare a galla, così come hanno fatto gli ingegneri per il relitto della Costa Concordia.

Se ci sono verità scomode, Schettino, sotto processo per omicidio colposo plurimo, naufragio, abbandono di persone incapaci di provvedere a se stesse, abbandono di nave e omessa comunicazione alle autorità marittime, dovrà dirle ai giudici. Ci sono 32 vittime e i loro familiari, che non hanno bisogno di annunci da rotocalco da parte di chi vuole la verità, ma non la dice.