Un'intercettazione telefonica fra due medici sta facendo finire nell'occhio del ciclone l'ospedale San Carlo di Potenza, dove lavora il medico che al collega ha confessato di aver lasciato che il primario, in sala operatoria, uccidesse una paziente che doveva soltanto fare un intervento di routine. I fatti risalgono all'inverno del 2013 ed ora è stata diffusa la registrazione nella quale il chirurgo si sfoga con l'amico e collega. "Basilicata24" ha reso noti tutti i particolari della telefonata.

Il medico dice chiaramente di avere un "cruccio", cioè quello di aver "lasciato ammazzare deliberatamente una persona". Prima di spiegare nei dettagli l'accaduto, l'uomo aggiunge anche che sono parecchi giorni che non riesce a dormire perché tormentato dal ricordo di quella terribile vicenda nella quale è rimasto coinvolto. La donna era stata ricoverata per la sostituzione di una valvola cardiaca ma, purtroppo per lei, non è uscita viva dall'ospedale di Potenza e, stando all'intercettazione telefonica, non si è trattato di una tragica fatalità.

Il chirurgo racconta all'amico che il primario, al momento dell'intervento, è arrivato con molto ritardo e non ha saputo far di meglio che recidere l'arteria alla paziente, uccidendola. Ai colleghi presenti, dice che non accadrà nulla di male perché dichiareranno che la donna è deceduta a causa di una lacerazione all'arteria, dato che nessuno può essere in grado di dimostrare che la vena è stata recisa di proposito. L'uomo intercettato è divorato dal rimorso di non aver agito, di non aver fermato il suo primario prima che fosse troppo tardi, ma poi ammette la sua viltà nell'aver avuto paura delle conseguenze se avesse denunciato il fatto.

Infatti, l'atto di recidere l'arteria alla paziente era stato effettuato dal primario e la sua colpa, principalmente, era stata quella di aver assistito a quell'azione crudele senza intervenire e dopo di non essersi autodenunciato per l'accaduto, coinvolgendo di conseguenza anche il suo superiore. La paura di ritrovarsi come unico colpevole, perché il primario: "è coperto dalla politica che lo salva" e quindi di essere licenziato e rovinarsi la carriera, ha fatto sì che evitasse di raccontare tutto alle forze dell'ordine. La telefonata scioccante si conclude col medico che sottolinea i pessimi rapporti esistenti fra lui e il primario, dato che quest'ultimo sa che il collega conosce la verità e potrebbe essere l'unico in tutto l'ospedale a parlare e far scoppiare uno scandalo di enormi dimensioni.