Poteva finire davvero male la disavventura che due ragazzi hanno vissuto all'interno di un autobus alla stazione Termini di Roma. La scorsa notte, i due fidanzati sono saliti sul pullman 64 allo stazionamento: oltre a loro, c'era un altro passeggero, un giovane africano. Questi, visibilmente alterato dall'abuso di alcool o droga, si è avvicinato alla ragazza che stava chiacchierando col fidanzato, e ha cominciato a molestarla prendendola per i fianchi e palpeggiandola: la vittima ha cominciato ad urlare e a scalciare e il fidanzato è intervenuto spintonando il molestatore per mandarlo via. A questo punto, però, il ventenne della Costa d'Avorio ha perso definitivamente la testa.
Ha estratto un coltello e l'ha puntato verso il giovane, minacciandolo di morte ad alta voce. L'autista dell'autobus, avendo assistito a tutta la scena, esce dal posto guida e accorre in aiuto dei ragazzi, ma anche lui non può fare nulla di fronte al coltello puntato dell'aggressore. I minuti scorrono lentamente e nessuno sa cosa fare, in preda alla paura per la propria vita e per il destino della giovane nelle mani di quell'ubriaco fuori di testa. Per fortuna, qualcuno sente le grida e le voci concitate provenire dell'autobus e capisce che sta accadendo qualcosa di brutto.
Prontamente, il testimone avvisa la polizia e una volante del commissariato "Viminale" corre al luogo indicato. Gli agenti intervengono e bloccano il ventenne africano, rendendolo innocuo, poi lo arrestano. Un tassista ha riportato che un suo collega ha visto tutta la scena, aggiungendo che probabilmente è stato proprio lui ad avvisare subito le forze dell'ordine, prima che potesse accadere una tragedia. La ragazza aggredita, una giovane italiana di origini africane, per lo stato di shock in cui si trovava dopo l'aggressione ha rifiutato anche di andare in ospedale per essere sottoposta a dei controlli. Ad ogni modo, a parte lo spavento, per fortuna i protagonisti di questa vicenda stanno tutti bene: devono ringraziare l'anonimo testimone che ha chiamato la polizia prima che fosse troppo tardi.