Gli Stati Uniti prendono provvedimenti contro la possibile diffusione del virus Ebola dopo la morte di Thomas Eric Duncan, il primo caso riscontrato nel paese, sebbene sia stato trattato con il vaccino sperimentale, il brincidofovir. L'uomo era ricoverato al Texas Health Presbyterian Hospital, di Dallas. Ora gli Usa sono in preda alla paura. John Kerry, segretario di Stato, ha affermato che "Ebola è una crisi mondiale che va risolta urgentemente. E' necessario - ha aggiunto - che più paesi si mobilitino per combattere l'epidemia, impiegando fonti e equipaggiamenti per contenere la diffusione del virus".

Duncan aveva contratto l'ebola in Liberia, accompagnando all'ospedale una conoscente che non aveva ancora manifestato i sintomi.

Si teme che altre persone a Dallas possano essere state contagiate. Si tratterebbe di quelle che sono entrate a contatto con Duncan al suo arrivo negli Usa. Sarebbero in tutto 38, tra cui i vicini di casa dell'uomo che sono stati messi sotto osservazione in una clinica privata. Saranno monitorati per 21 giorni, ossia per il periodo di incubazione della malattia.

Duncan era stato sottoposto ad indagini all'aeroporto di Monrovia, in Liberia, ma i medici non avevano riscontrato sintomi compatibili con la malattia. A ciò si aggiungono le versioni contraddittorie dell'ospedale che prima ha affermato di ignorare la provenienza di Duncan, e successivamente di conoscerla.

Malgrado i controlli che l'ospedale ha affermato di aver effettuato, pochi giorni dopo, Duncan, giunto negli Usa, ha cominciato a manifestare i sintomi.

Le autorità statunitensi hanno quindi deciso di adottare misure più restrittive per prevenire la possibile diffusione del virus. In cinque aeroporti, i passeggeri provenienti dal continente africano saranno visitati e sarà presa loro la temperatura.

Le misure preventive interesseranno, dalla prossima settimana, il Washington Dulles International, il John F. Kennedy International di New York, l'O'Hare International di Chicago, il Newark Liberty International (New Jersey - New York) e l'Hartsfield-Jackson International (Altanta). Intanto Ashoka Mukpo, il cameraman della Nbc ricoverato a Omaha in Nebraska, sta combattendo contro il virus. E' stato trattato anche lui con il brincidofovir e con il sangue donato da Kent Brantly, il primo medico colpito dall'Ebola in Liberia e guarito dopo il reimpatrio negli Usa.