Ad ormai quasi tre anni dal tragico naufragio della "Concordia", parla su Oggi.it Dominca Cemortan - dopo lo scadere dell'ultimatum lanciato a Francesco Schettino - che riferisce ciò che è successo realmente quella notte. Mentre i passeggeri, presi dal terrore, facevano file chilometriche per raggiungere una scialuppa di salvataggio, Francesco Schettino andò sul ponte 11 nell'attesa di un elicottero che li portasse in salvo. Sempre la Cemortan afferma che nessuno aveva parlato dell'arrivo di un elicottero ma sembrava che il capitano della Concordia stesse aspettando qualcuno.

Quella tragica notte del 13 gennaio 2012, subito dopo l'impatto della nave, Francesco Schettino si fece raggiungere in plancia dal maitre di bordo, Ciro Onorato, fratello dell'allora direttore di Costa Crociere, Gianni.

Schettino parlava continuamente al telefono ma la Cemortan afferma di non aver mai capito né con chi stesse parlando e né cosa stesse dicendo. Dopo aver dato il comando di abbandonare la nave, il comandante chiese a Domnica e a Ciro di seguirlo sul ponte 11 ma la moldava dichiara che non ne sapeva il perché. Una volta arrivati sul ponte, Schettino appariva molto nervoso ed impaziente, si guardava continuamente intorno come se stesse aspettando l'arrivo di qualcuno o di qualcosa.

Poi, improvvisamente, disse che in quel punto nessuno poteva riuscire a vederli e fu in quel momento che la moldava capì che, in realtà, stava aspettando un elicottero dato che da sotto nessuno poteva vederli.

Dopo all'incirca venti minuti di attesa sul ponte 11, arrivò una telefonata a Schettino. Quando finì la telefonata, continua il racconto la moldava, lei gli chiese se erano lì per aspettare l'arrivo di un elicottero e lui le rispose che, ora, i piani erano cambiati e dovevano ritornare ai piani inferiori.

Finisce così la lunga intervista a Dominca Cemortan, che a distanza di quasi tre anni dal giorno della tragedia, si è decisa a rendere pubblico i retroscena della tragica notte in cui si è verificato il naufragio della Concordia.