Ricordiamoquest'anno i quarantacinqueannidella strage di piazza Fontana aMilano,attentato terroristico compiuto il 12dicembre del 1969. Taleattentato, ritenutol'iniziodel periodo meglio conosciuto come “strategiadella tensione”, provocò 17 morti e 89 feriti. Una bombascoppiò nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura situata appunto in piazza Fontana a Milano. La strage fuorganizzata dal gruppo eversivo di estrema destra “Ordine Nuovo”capeggiato da Franco Freda e Giovanni Ventura.

Il periodo del“terrore” stragista

Fu quello uno dei periodi più cupi dellanostra storia.

La strategia della tensione con le sue stragi, coni suoi attentati a persone inermi ed indifese, con i servizisegreti deviati ed infedeli, fece molte centinaia di vittime.Vittime di un ideale, di un credo che affondava le sue radici nellalotta politica e di classe, ove la violenza e l'odio prevaricavano lapacifica convivenza ed il rispetto della vita umana. Dalla “strage delle stragi”, così comeviene definita comunemente e convenzionalmente, quella di piazzaFontana a Milano, la spirale terroristica si propagandò e si diffusein tutta Italia mietendo vittime illustri e meno illustri,servitori dello stato, magistrati, politici, giornalisti,sindacalisti, imprenditori, gente comune, gente inerme ed indifesa.

Quali le stragi eccellenti? Quali i “bersagliumani” inermi ed indifesi?

Dopo la stragedi Milano, altre stragi insanguinarono la Lombardia e l'Italia tutta.Come non ricordare la strage di Piazzza della Loggia a Brescia,del 28 maggio 1974 durante una manifestazione sindacale, che fece 8vittime e 103 feriti; come dimenticare la strage alla stazione diBologna, la più cruenta, del 2 agosto 1980 con i sui 85 morti e200 feriti?

E che dire della stragedell'Italicus a S. Benedetto Val di Sangro (BO)il 04agosto 1974, con 12 morti e 48 feriti. E che dire dell'assassinio dello statista dellaDemocrazia Cristiana on. Aldo Moro, il fautore dellapacificazione nazionale, del “compromesso storico”, rapitoproprio per questo il 16 marzo 1978 e ucciso il 9 maggio successivo,dalle Brigate Rosse?

L'elenco è purtroppo lungo e ricordarli tuttisarebbe un elenco di “morti”. Citiamo comunque il giornalistaWalter Tobagi, il sindacalista Guido Rossa, imagistrati Luigi Calabresi, Emilio Alessandrini, i tanti, itroppi poliziotti, quelli della scorta di Aldo Moro. Levittime scelte e predestinate, i bersagli furono diversi ediversificati, ma il fine fu unico, come unico il filo conduttore:destabilizzare il sistema politico del Paese, creare allarme eterrore nell'opinione pubblica.

Quale l'epilogo? Ma c'è una fine?

A quarantacinque anni dalla strage delle stragi,non abbiamo ancora certezze giuridiche sugli esecutori materiali. Nel2005 la Cassazione, pur riconoscendo che la strage di piazza Fontanafu diretta dai neofascisti Freda e Ventura, non potè processarliperché erano stati assolti in precedenza dalla Corte d'assise diBari.