"L'omosessualità è una malattia psicologica dalla quale si può guarire", è la tesi sostenuta da una insegnante di religione di fronte alla propria classe. Nel momento in cui Papa Francesco apre le porte della chiesa ai gay ed il parlamento si appresta a discutere una proposta di legge per il riconoscimento delle unioni omosessuali, gli studenti sedicenni dell'istituto tecnico "Pininfarina" di Moncalieri, alle porte di Torino, si ritrovano ad assistere ad una lezione da essi stessi definita "il perfetto manuale dell'omofobo".
Il dibattito in classe
Secondo le ricostruzioni, la vicenda sarebbe scaturita da una domanda, probabilmente provocatoria, rivolta da uno studente alla professoressa durante l'ora di religione: "Cosa ne pensa dei finocchi?".
Dopo una prima risposta che pareva liquidare l'argomento con una battuta: "I finocchi sono verdure", la prof si sarebbe lanciata in una serie di affermazioni del tipo: "Non sono normali" e "Avete mai visto degli animali gay?". Ne è scaturito un vero e proprio botta e risposta con alcuni studenti che contestavano le affermazioni dell' insegnate, che ha portato a sostegno delle proprie tesi l'esempio di un suo amico gay che, dopo alcuni mesi di terapia psicanalitica, è "guarito", si è sposato ed ha avuto dei figli. Tesi non raccolta dagli allievi, che hanno ritenuto di dover informare dell'accaduto il preside, che ha annunciato l'apertura di un'indagine interna, non escludendo la possibilità di richiedere l'intervento dell'ufficio scolastico regionale nel caso venga riscontrato un invito a discriminare da parte della professoressa.
La condanna dell'arcivescovo
La comparsa della notizia sulla stampa locale ha provocato immediate reazioni, tra cui si segnala quella dello stesso arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, che ha criticato il comportamento dell'insegnante. Il vicesindaco della cittadina, Paolo Montagna, ha invece promesso iniziative per dare un segnale forte che "a Moncalieri non c'è spazio per gli omofobi e per l'omofobia".
La vicenda ha contribuito, tra l'altro, a rilanciare il dibattito sull'ora di religione che, si legge in un comunicato della Rete degli Studenti Medi, "appare paradossale sia ancora oggi considerata come un'ora di catechismo invece che un momento di studio sociologico e storico delle religioni".