Giusppe Pignatone, procuratore generale della Repubblica di Roma, interviene sulle inevitabili polemiche scatenate dall'assoluzione in appello di tutti gli imputati per la morte di Stefano Cucchi. "Se emergeranno fatti nuovi, la Procura di Roma è disponibile a riaprire le indagini", sono state queste le parole di Pignatone che, tra l'altro, ha definito "inaccettabile" che una persona muoia per cause non naturali mentre è affidata alla responsabilità di organismi dello Stato. L'intervento del procuratore generale di Roma era stato in qualche modo sollecitato dalle parole di Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, che aveva accusato la procura per le indagini giudicate poco incisive, lacunose e mancanti.

Ilaria Cucchi si è detta soddisfatta delle parole del capo della procura, che avrà la possibilità di incontrare, insieme ai suoi genitori, per chiedergli se "è soddisfatto del lavoro fatto dai suoi uomini".

La difesa di giudici ed agenti

La disponibilità mostrata dalla procura attenua le polemiche suscitate dalle dichiarazioni del presidente della Corte d'Appello di Roma, Luciano Panzani, che aveva difeso l'operato dei giudici sostenendo il dovere, da parte dei magistrati, di assolvere gli imputati nel dubbio dell'insufficienza di prove. Anche il sindacato di polizia Sap era intervenuto sulla vicenda a difesa degli agenti imputati e assolti, con la dichiarazione del suo segretario Gianni Tonelli secondo il quale "Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze".

Parole definite "fuori luogo" dagli stessi colleghi del sindacato Silp Cgil.

La sentenza di assoluzione

La contestata sentenza della corte d'appello di Roma, ha assolto per insufficienza di prove sei medici, tre infermieri e tre poliziotti imputati per la morte di Stefano Cucchi, morto all'ospedale militare Sandro Pertini di Roma, una settimana dopo essere stato fermato per possesso di droga.

E' stata così ribaltata la sentenza di primo grado che aveva condannato i sei medici, e non sono state tenute in considerazione le richieste del pm del processo d'appello che, basandosi su perizie e testimonianze, aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati.