Si spegne uno dei cardini, uno dei mostri sacri, del Cinema nonché uno tra gli ultimi gradi registi del '900. Un maestro di stile Mike Nichols si spegne all'età di ottantatré anni. Tutti lo ricorda per il film che lo portò all'Oscar, "Il Laureato", ma Mike Nichols era molto di più. Una vita di pane e cinema che lo rende di diritto una delle più luminose stelle che ora brilla nel firmamento del cinema internazionale.
L'amato registra del "Il Laureato" secondo i quotidiani americani non soffriva di particolari patologie che potessero indicare in lui uno stato di malessere che ne potesse causare la morte.
Una perdita, quindi, improvvisa che ha colto di sorpresa tutta la popolazione di Hollywood che continua a mostrare con varie dichiarazioni il proprio rammarico per la perdita di uno dei maestri del cinema del '900. Fino a poco tempo prima della sua morte Nichols stava lavorando all'adattamento di Master Class di Terence McNally. Le migliori parole per descrivere la perdita di Mike Nichols sono quelle usate da un altro grande regista contemporaneo Steven Spielberg che lo etichetta come "un centro di gravità".
Il noto regista nato da una famiglia ebrea alle porte della seconda guerra mondiale a Berlino, nel 1931, è riuscito a raggiungere l'Oscar per la miglio regia e catapultò sull'altare della cinematografia uno degli attori, oggi, più rappresentativi di Hollywood stessa: Dastin Offman, con il film "Il Laureato".
Nella pellicola del "Il Laureato" con cui ha ricevuto, dopo tanto lavoro, la consacrazione del più vasto pubblico, non esperto di cinema, registrato oltre all'ambito Oscar per la miglior regia anche un grande successo ai botteghini ha mostrato l'avvento di una rivoluzione che ha scosso il mondo nel 1968. Nella pellicola viene mostrata la vita post-laurea di un giovane che dopo la laurea si trova a dover lavorare per vivere e senza mezzi termini si trova in un futuro che non è più come se lo era immaginato, manifestando così le insicurezza di una intera generazione.