Continua l'inchiesta relativa alla drammatica scomparsa di Elena Ceste che vede sviluppi legati a Michele Buoninconti il quale aveva letto, da quanto risulta al 17 novembre 2014, alcuni messaggi che la signora inviava ai suoi amici: vediamo di seguito le ultime news.
La prova sta nell'esame dei tabulati delle telefonate. L'uomo doveva essere al corrente delle frequenti conversazioni con alcune persone e a ben guardare, essendo descritto come una persona gelosa, potrebbe anche aver male interpretato alcune situazioni. Di certo la "vita di provincia" a Elena Ceste andava molto stretta.
La donna, analista chimica, era originaria di Torino.
Il passaggio dalla grande città a una piccola realtà non dev'essere stata facile. Quattro figli sono inoltre un impegno molto gravoso per chiunque di questi tempi, a partire dagli obblighi scolastici.
Per Domenica live, trasmissione molto seguita, condotta da Barbara D'Urso, non ci sono dubbi: Michele Buoninconti sapeva o almeno sospettava che Elena Ceste avesse delle salde amicizie con alcuni uomini e non riusciva a sopportare la cosa.
Inizialmente Elena Ceste era stata da tutti descritta come la classica madre tutta casa e Chiesa ma era logico che, nell'era della globalizzazione mediatica, non poteva essere così fino in fondo. Oggi è diventato per tutti normale relazionarsi a tante persone anche attraverso i cosiddetti social network, andando magari a rispolverare antiche amicizie scolastiche grazie alla facilità con cui è possibile trovare persone che vivono anche in altre regioni.
Siamo tutti connessi ma questo fatto ha anche delle controindicazioni.
Elena Ceste dialogava con il cosiddetto uomo delle Cave, con l'uomo della Golf e soprattutto con un vigile del fuoco che aveva attivato una particolare opzione telefonica per parlare con lei in economia.
C'è poi da mettere a fuoco la figura di Paolo Lanzilli, suo ex fidanzato, che sostiene che sapeva che Michele Buoninconti era infastidito dal fatto che Elena Ceste passava troppo tempo su facebook.
Quello che però serve per risolvere questo caso sono le prove certe di una responsabilità che per ora non si trovano.
Pur caduto in alcune contraddizioni, al 17 novembre 2014 Michele Buoninconti si dichiara non colpevole e l'onere della prova tocca ai PM di Asti che seguono da tempo il caso. Di certo il completamento delle analisi tossicologiche sul cadavere potranno dirci qualcosa in più, ma per averle serve altro tempo.