Natalia Sotnikova, la turista russa in vacanza a Bordighera, che ieri notte era uscita dall'hotel nel quale soggiornava con il figlioletto di 9 mesi per poi ritornare dopo due ore senza il bimbo, ha confessato al procuratore Grazia Pradella che l'ha interrogata perché indagata per la scomparsa del piccolo, di aver ucciso il proprio bambino annegandolo. La donna, che ha esposto la sua ricostruzione dei fatti in modo lucido e freddo, ha detto che temeva che il bambino avesse la malattia della nonna materna, cioè l'epilessia e per non farlo soffrire lo avrebbe ucciso. In un primo momento aveva pensato di voler morire insieme a lui ma dopo aver nuotato per alcuni metri con il figlio addormentato nel marsupio ed aver constatato che non respirava più, ha sganciato il marsupio e lo ha lasciato andare in mare.
Il procuratore aggiunto Grazie Pradella ha confermato l'arresto di Natalia Sotnikova necessario anche per evitare che la donna possa fuggire avendo insieme a suo marito dei possedimenti in Slovenia ed essendo persone molto agiate, potrebbe disporre di mezzi economici per poterlo fare.


La donna, che attualmente si trova in stato di fermo nel carcere di Pontedecimo di Genova, verrà presto sottoposta ad una visita da parte del personale del consolato russo. Il marito invece rimarrà a disposizione dei magistrati in Liguria e per il momento non potrà fare ritorno in Russia. Natalia si era dunque convinta che il piccolo Semyon, questo il nome del bambino, fosse malato e questo sarebbe stato il movente del folle gesto, almeno da quanto avrebbe affermato. Nel corso del primo interrogatorio la versione dei fatti fornita dalla madre era stata diversa: la donna aveva infatti detto di essersi recata sulla scogliera aver abbandonato il bambino su uno scoglio che ha poi indicato ai carabinieri, per poi andarsene e tornare in albergo dal marito che non è il padre di Semyon in quanto nato da una precedente relazione. Intanto sono ancora senza esito le ricerche in mare da parte dei carabinieri subacquei.