Da tempo gli inquirenti sospettavano che l'evasione di tre detenuti dal penitenziario di Varese, avvenuta nel febbraio del 2013, fosse stata favorita da qualcuno che aveva appoggiato i delinquenti dall'interno. Ed in effetti, nella giornata di martedì 9 dicembre, sono partiti cinque ordini di custodia cautelare in carcere nei confronti di agenti della polizia penitenziaria, accusati di corruzione e favoreggiamento. Due agenti sono stati prelevati a Bollate, in provincia di Milano, mentre altri tre erano stati messi di turno nella Casa Circondariale, proprio per renderne più agevoli gli arresti.

Tre detenuti romeni evasi dal carcere di Varese: gli agenti fecero entrare una lima e un cellulare

I detenuti che nel febbraio del 2013 fuggirono dal penitenziario lombardo, erano tutti romeni. Mikea Victor Sorin, 29 anni, stava scontando una condanna per sfruttamento della prostituzione e sarebbe uscito a giugno, mentre Daniel Parpalia, 28 anni, e Georgie Bunoro, 23enne, erano in attesa di giudizio per reato di furto aggravato. La loro fuga venne organizzata con estrema precisione: dapprima segarono le sbarre di un bagno, poi si calarono verso il basso con delle lenzuola annodate e, una volta giunti nel cortile, realizzarono una torretta con i cassonetti della carta ed uscirono dal penitenziario.

Fin da subito, gli investigatori hanno pensato che quell'evasione fu favorita da qualcuno che aveva coperto i galeotti dall'interno. In effetti, dalle indagini è risultato che i 5 agenti arrestati avevano intascato del denaro per far finta di nulla quando i tre romeni scapparono e per fargli arrivare, mentre erano ancora in cella, una lima e un telefono cellulare.

Fu la fidanzata di uno degli evasi, durante un colloquio, a consegnare gli oggetti che aveva nascosto nella cintura e nelle parti intime.

Gli evasi subito rintracciati e arrestati, poi i sospetti e l'arresto degli agenti corrotti

La fuga dei tre romeni fu brevissima: nel giro di poche ore vennero rintracciati e arrestati tra la Svizzera e la provincia di Pavia.

Da quel momento partirono le indagini per capire se davvero qualcuno aveva aiutato i delinquenti a scappare e, una volta raccolte le prove necessarie, sono arrivati gli ordini di custodia cautelare per cinque agenti della polizia penitenziaria. In queste ore, i carabinieri, la polizia e la guardia di finanza stanno effettuando ulteriori perquisizioni nei confronti di altri agenti della penitenziaria per verificare che non ci siano altre persone coinvolte in questa vicenda di favoreggiamento e corruzione.