Forse non siamo minimamente a conoscenza di quello che sta succedendo al di là del confine turco, nel Medio Oriente dove non c'è più legge, dove non c'è più pace. Dove da alcuni anni si combatte una guerra che ormai non è più civile perché gli obiettivi sono cambiati. Dal 2011 tutto è cambiato. Tutto è iniziato dal popolo siriano, stanco del "tiranno" Bashar al-Assad successore del padre dopo la sua morte. Corrado Formigli è andato a Kobane per girare un reportage sulla guerra in Siria. Immagini forti, immagini di guerra quotidiana tra l'ISIS e i soldati curdi che difendono le loro case, i loro cari.
E sembra quasi che Assad sia passato in secondo piano. Il reportage di Formigli nella Siria martoriata dalla guerra riaccende la luce su una parte del mondo che non sa cosa sia la pace. Una luce che oramai stava diventando sempre più cupa.
Le telecamere di Piazzapulita, il programma che va in onda su La7, sono andate a Kobane attraversando il confine turco. Formigli, accompagnato da un contrabbandiere, ha incontrato i soldati curdi in una città che poco manca per essere rasa al suolo. "Loro sono bestie, noi siamo uomini" ha risposto un ragazzo, che combatte al fronte insieme al padre ed al fratello, alla domanda del giornalista il quale gli ha chiesto se ha paura di morire. Scene crudeli, di orrore.
Morte, distruzione. I cadaveri dei guerriglieri dell'ISIS sparsi per le strade: nessuno si prende cura di loro, nessuno dà loro una degna sepoltura. Da questa questa parte del fronte, opposto al Califfato Islamico ci sono, oltre ai volontari curdi, anche i soldati dell'Esercito Siriano Libero che sembrano aver dimenticato l'obiettivo per il quale hanno costituito l'esercito: il nemico numero uno non è più Assad ma l'ISIS.
Il reportage racconta la vita quotidiana di una Kobane quasi distrutta: bombe, cadaveri, bambini che giocano e ragazze che combattono. Si, proprio ragazze! Le ragazze curde che combattono contro l'ISIS pur essendo consapevoli che la morte è in agguato come i cecchini dietro le finestre. Ragazze coraggiose pronte al martirio. Perché se dovessero finire in mano agli estremisti islamici non si lascerebbero stuprare o uccidere bensì si farebbero saltare in aria con quella bomba a mano che portano là, vicino al cuore.