L’ennesima vergogna «all’italiana», un Paese ormai alladeriva in cui, quasi sempre, si pretende e non si dà. Ancora una volta lagiustizia italiana ha fallito. Sono trascorsi ben sedici anni, da quando un animatoreabusò di una bambina di sette anni in una casa vacanza di Lignano Sabbiadoro,in provincia di Udine. La denuncia non tardò ad arrivare, ma per l’intrattenitorenessun giorno di galera, infatti, l’uomo, condannato in primo grado perpedofilia a 3 anni e 6 mesi di prigione, più una provvisionale di 27mila euro, hapatteggiato per una pena di un anno e otto mesi, senza però andare neanche ungiorno in carcere, né ha pagato la quota stabilita dal giudice.

Alla beffadella condanna si aggiunge un ulteriore scandalo, dal 2011 l’ex animatore èdiventato insegnante di ruolo in una scuola media statale di Torino. Un Paese,il nostro, in cui non vi è certezza né tantomeno severità nella condanna. Lafamiglia della ragazzina abusata non riesce a crederci, non si dà pace, riviveogni giorno lo strazio verificatosi nel 1998 e grida a gran voce: «Vergogna», eper questo motivo, tramite l'avvocato, ha deciso di rendere pubblico ilcalvario della propria figlia.

Lo Stato italiano ha pensato bene di premiare il mostro con un postodi lavoro sicuro, che oltre ad essere pagato dai contribuenti, lo mette incontinuo contatto con gli adolescenti. Un individuo che si occupa di educazionee di formazione, ma che invece potrebbe rovinare la vita di altri ragazzi eragazze, come d'altronde ha già ha fatto nei confronti della bimba violentata, oggidiventata una giovane donna.

Dello stesso avviso è l’avvocato della vittima, che si dice esterrefatto dell’intera vicenda, ma ancor più degliultimissimi fatti, un uomo che ha sbagliato e che non ha pagato, anzi è stato«premiato».

Ai diritti fondamentali dell’uomo va aggiunto il dirittoalla felicità. Chi siamo noi, chi è lo Stato, per negare tale diritto, per negareil diritto alla giustizia?

Chi siamo noi per rovinare per sempre la vita di unessere umano, la vita di un bambino? I nostri fanciulli dovrebbero «incontrare»gli orchi solo nelle favole e non nella vita reale, come invece molte volte accade.