Roberto Baggio, ex calciatore italiano tra i più amati disempre, chiamato non a caso “Divin codino” per le sue giocate sul campo.Giocate che hanno illuminato molte squadre, dalle più prestigiose comeFiorentina, Juventus, Inter e Milan, a quelle che lottavano per la salvezza,come Brescia e Bologna. In Nazionale le cose non sono andate ugualmente bene,facendo sovente tatticamente “a pugni” col CT di turno che non riusciva adargli una collocazione. Lui che non ne aveva bisogno: il suo estro andavalasciato libero di agire. Ma Baggio ora può contare su qualche critico in più,non per la sua professione, che si è fermata da un po’ di anni, bensì per unodei suoi hobby preferiti: la caccia.

Cosa è successo?

Le aspre critiche degli animalisti

A riportare la notizia Libero. Questa notte un gruppo di animalisti ha tappezzato divolantini e locandine la città che gli ha dato i natali, Caldogno, in provinciadi Vicenza. Gli animalisti condannano in primis la Provincia che staautorizzando la caccia di animali quali nutrie, caprioli, cinghiali ecormorani. Nel volantino si vede il Pallone d’oro in abiti da caccia. E poi il comunicato che rinfaccia come, sebbenela stagione venatoria sia finita, alcuni “assassini legalizzati devonoriscuotere i voti che hanno dato ai politici di turno”. E ancora "(…)Tra ipresunti cecchini c’era anche Roberto Baggio”. Ma perché proprio Baggio? Perchétre anni fa la Provincia gli ha conferito una targa per il suo impegno inoccasione dell’Hunting Show, il grande Salone dedicato al settore.

Dunque un testimonial d’eccezione, preso asimbolo degli animalisti come punta dell’iceberg del problema.

La carriera

Vedremo se quest’accusa avrà un seguito e come Baggio sidifenderà. Del resto ha mostrato più di una volta la sua disponibilità e la suaonestà nell’agire. Un campione sul campo e non, che ha vinto due scudetti, unaCoppa Italia, una Coppa Uefa, un Pallone d’oro nel 1993.

Nei club ha realizzato291 gol in 643 presenze. In Nazionale ha invece fatto registrare cinquantaseipresenze e ventisette reti, senza però vincere nulla, sfiorando un Mondiale nel1994, quando l’Italia perse ai rigori col Brasile (decisivo proprio un suorigore fallito).