Tutto è cominciato con l'appalto concesso dalla Provincia di Salerno aggiudicata a Daneco Impianti srl in ATI con Acmar Scpa e Rcm Costruzioni srl. Il progetto prevedeva la costruzione di un termovalorizzatore nella località di Cupa Siglia e le premesse sembravano molto ambiziose: la struttura avrebbe dovuto avere una potenza elettrica lorda di 37 MW, in grado di smaltire più di 300 mila tonnellate di rifiuti all'anno. L'estensione del terreno su cui erigere il termovalorizzatore avrebbe dovuto coprire circa 60mila mq.

Ma la querela è partita subito.

La magistratura ha rinviato a giudizio il sindaco Vincenzo De Luca, il suo capo staff Alberto Di Lorenzo e l'assessore ai lavori pubblici Domenico Barletta. Sono stati tutti accusati per anomalie registrate durante la progettazione del termovalorizzatore a febbraio del 2008. Per il progetto era stata stima una spesa di circa 400 milioni di euro di cui il Comune di Salerno avrebbe dovuto saldare più di 180mila.

Appena concepito, già dall'anno scorso il progetto aveva suscitato diverse proteste, non solo da parte di associazioni ambientaliste e rappresentanti del comitato "No inceneritore", ma anche dagli abitanti della zona dei Picentini.