"Ha prestato soccorso, ha cercato di aiutarlo. La sua unica colpa è stata quella di essere troppo spaventato dopo l'incidente", così Leonardo Pugi, il legale dell'investitore, ha cercato di proteggere il suo assistito durante un'intervista su TgCom 24. Secondo quanto dichiara Pugi il suo cliente si sarebbe fermato con l'auto a pochi metri di distanza dal luogo dell'incidente.  Non vuole essere definito pirata della strada il ventottenne originario del Marocco, sposato con una donna italiana e padre di due figli. che sabato scorso a Prato ha investito ed ucciso lo studente diciannovenne Giancarlo Ravidà (originario di Foggia) falciandolo mentre percorreva via Giuseppe Valentini.

Un incidente filmato dalla telecamera, il video è  poi servito agli inquirenti per identificare la persona che quaranta ore dopo si è presentata in procura di sua spontanea sotto consiglio del suo avvocato.

Il marocchino è stato sottoposto a fermo con l'accusa di omicidio colposo ed omissione di soccorso, ma la sua posizione verrà vagliata nei prossimi giorni. Il nordafricano pur non fuggendo dal luogo del tragico sinistro, ha cercato di rendersi in seguito anonimo. Con lui c'era anche un connazionale che domenica scorsa è stato arrestato per una rapina ai danni di una coppia di cinesi, la procura ora sta cercando di ricostruire come i due abbiano trascorso la serata dopo l'incidente. "Sii uomo, recupera la tua umanità e costituisciti", questo è stato l'appello lanciato su Facebook da parte di Domenico Ravidà, cugino di Giancarlo, nei confronti dell'investitore, tale messaggio ha ottenuto più di duemila condivisioni.  Tre giorni dopo la morte del povero Giancarlo, di lui rimangono solo fiori, messaggi e pensieri di  amici, parenti e di persone che non lo conoscevano personalmente, ma che sono state molto colpite per l'assurda morte di questo ragazzo che avrebbe compiuto vent'anni tra due settimane. Stando a quanto ha raccontato al sostituto procuratore, l'investitore avrebbe chiamato sua moglie poco dopo l'incidente.