Terrore e sangue sono le parole d'ordine dei terroristi dell'Isis, minaccia sempre più concreta per il mondo occidentale. L'allerta è salita particolarmente dopo l'attentato al Museo del Bardo, che è stato rivendicato proprio dai jihadisti e che ha provocato la morte di ventuno persone, tra cui quattro italiani. L'Isis ha più volte affermato di volere attaccare i luoghi simbolo dell'Occidente, tra cui la Torre Eiffel, la Casa Bianca, il Big Ben e soprattutto il Vaticano, sede del Papa e della cristianità. La Farnesina ha esortato gli italiani a non mettersi in viaggio in zone a rischio, come il Marocco, la Libia, l'Algeria, Israele, il Libano, la Giordania e, naturalmente la Tunisia.
Intanto, il quotidiano "Libero" ha riportato una dichiarazione shock che è stata pronunciata dal responsabile Onu per i Diritti Umani, Zied Raad-Hussein, che ha creato numerosissime polemiche.
Ultime news Isis, dichiarazione shock di Al-Hussein sui jihadisti: è polemica
L'Isis sta continuando a spargere sangue e terrore, ma il giordano Al-Hussein, esponente di spicco dell'Organizzazione Mondiale delle Nazioni Unite, ha rilasciato parole a dir poco sconvolgenti sui terroristi dello Stato Islamico: "L'Isis è indubbiamente un abominio, ma accetta la diversità etnica tra i propri membri, molto più di quanto non facciamo alcuni Paesi". Tale dichiarazione, dunque, qualificherebbe i jihadisti come dei tremendi assassini che non si sarebbero mai macchiati di razzismo.
Le parole del responsabile Onu hanno scatenato un'infinità di polemiche: sono tantissimi gli insulti rivolti ad Al-Hussein, specialmente dagli utenti dei social network. Ma cerchiamo di capire anche il contesto nel quale sono state pronunciate queste parole; Al-Hussein ha parlato davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dopo avere ricevuto l'invito di esprimere la sua opinione sulla pericolosità dell'Isis per l'Occidente.
Si capisce dunque quanto siano state fuori luogo le parole dell'esponente giordano; a questo proposito, è bene ricordare anche che il Vaticano non si è opposto alla guerra contro l'Isis e ha richiesto esplicitamente l'intervento dell'Onu per fermare gli assassini jihadisti. Questo spiraglio di tolleranza di un esponente delle Nazioni Unite appare dunque inspiegabile.