"Cari fratelli e sorelle, ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia. Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario. Sarà un Anno Santo della Misericordia di Dio". Alla vigilia della Quarta Domenica di Quaresima, durante la celebrazione della liturgia penitenziale, Papa Francesco prende spunto dalla donna peccatrice nella casa del fariseo (vangelo di Luca 7,36-50). L'amore nella sincronia del perdono: Dio le perdona tutto perché ha molto amato e lei adora Gesù perché sente che in Lui c'è misericordia e non condanna.

Riconciliarsi con il padre attraverso la confessione è il dono che possiamo ricevere per essere plasmati dalla grazia di Dio: non serve avvocato difensore per essere perdonati dalle nostre miserie quotidiane. Un cammino che punta al cuore di ciascuno e che troverà la partenza nella prossima solennità dell'Immacolata Concezione e l'arrivo il 20 novembre del 2016. La chiesa che concede misericordia (e indulgenza); la chiesa, peccatrice, che la riceve. Non dimentichiamo che Dio perdona tutto, e Dio perdona sempre.

Il discorso segue l'intervista alla giornalista Valentina Alazraki, dell'emittente messicana Televisa, in cui il Santo Padre getta una pietra nello stagno e l'onda delle sue dichiarazioni si allarga al mondo interno quando esterna la sensazione di non avere ancora molto tempo, non per limiti d'età, lasciando aperta la porta all'ingresso di qualunque interpretazione.

Come figlio di migranti, spontaneamente si fa portavoce delle vittime della tratta, che ci riguarda da molto vicino, ed ammonisce i cattolici sull'indifferenza che ti fa girare dall'altra parte, richiamandoli all'impegno nei confronti degli ultimi, all'esercizio continuo di prossimità.

Un terreno difficile, per uomini e governanti.

Impervio, ma non accidentato quanto quello della comunità cristiana di Mosul, la seconda città dell'Iraq, esistente già nel 300 d.c. Decimata nel luglio scorso, se non sparita, dopo l'editto del califfo Al Baghdadi: convertirsi, pagare la jizia, una tassa per i non musulmani, o andarsene. L'alternativa per chi non accettava la nuova legge era la spada degli estremisti musulmani sunniti dell'Isis.

La caccia all'uomo e le persecuzioni di tutte le minoranze religiose continuano

La cassa di risonanza dell'addolorato grido di Papa Francesco riecheggia nel mondo ben più delle esplosioni provocate dagli attentati di terroristi kamikaze nelle due vicine chiese di Lahore, in Pakistan, una cattolica l'altra protestante, con 15 morti e decine di feriti limitati dall'uso di riuscite misure di sicurezza.

Le piccole chiese dei cattolici vengono distrutte nel mondo islamico per rinverdire lo stato catacombale delle origini. Da noi invece, nella culla della cristianità, nel perdono e nella misericordia proclamate, accogliamo a Roma la più grande moschea d'Europa, che può ospitare fino a 12.000 fedeli, sede del Centro Islamico culturale d'Italia, visitata dalla presidente della Camera lo scorso ottobre, indossando per l'occasione anche il velo.

Laura Boldrini affermava: 'Qui con voi mi sento a mio agio. Va ribadito che l'Islam non è l'Isis'. Ma l'appello da lei rivolto all'Imam Muhammad Hassan Abdulghaffar, 'No alla violenza in nome di Dio', pare essere rimasto ancora inascoltato.