Totò Riina, il boss dei boss, è stato assolto dall'accusa di essere stato il mandante della strage del rapido 904 Napoli-Milano che provocò, il 23 dicembre 1984, la morte di 16 persone e il ferimento di altre 267.
La sentenza è stata pronunciata dal presidente della Corte d'Assise di Firenze, Ettore Nicotra, facendo ricorso alla formula dell'insufficienza di prove.
Rapido 904: il processo di Firenze.
Il processo di Firenze ha seguito di 23 anni quello d'appello che portò alla condanna all'ergastolo di Pippo Calò, il cassiere della mafia, insieme a Guido Cercola, Franco D'Agostino, e Friederich Schaudinn quali organizzatori ed esecutori materiali della strage del rapido 904.
Si trattava, col procedimento fiorentino, di fare luce sul mandante dell'attentato, indicato dai pm nella persona di Totò Riina che, secondo le parole pronunciate nella requisitoria dal rappresentante dell'accusa, Angela Pietroiusti, 'non poteva non sapere' essendo a capo dell'organizzazione che ha compiuto materialmente la strage.
Secondo l'accusa, l'attentato al rapido 904 doveva avere una funzione intimidatoria nei confronti dello Stato che stava preparando il maxiprocesso di Palermo. Una tesi smentita dalla sentenza della Corte d'Assise di Firenze, che ha assolto Totò Riina dall'imputazione di essere stato il mandante della stage.
Rapido 904: la strage del 23 dicembre 1984.
L'attentato al rapido 904 Napoli-Milano, passato alla storia come 'la strage di Natale', avvenne il 23 dicembre 1984 nella galleria del Vernio, la stessa della strage dell'Italicus, nel tratto appenninico tra Firenze e Bologna.
L'esplosione di due valige contenenti una miscela di tritolo ed altre sostanze, fece 16 vittime del vagone 9, dove l'esplosivo era stato depositato. Erano in gran parte napoletani che si recavano da parenti emigrati a Milano per trascorrere le vacanza di Natale, e finiti vittime innocenti della guerra dichiarata dalla mafia allo Stato. Una guerra da tutti riconosciuta ma della quale, secondo la sentenza di Firenze, il generale dell'esercito mafioso, Totò Riina, non era a conoscenza .