'Io sono uno degli 80 del VII Nucleo. Io ero quella notte alla Diaz. Io ci rientrerei mille volte'. E' la frase apparsa sul profilo Facebook di Fabio Tortosa, uno dei poliziotti in servizio a Genova la notte del 21 luglio 2001.

Parole che costringono a ricredersi chi pensava che la recente sentenza della Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo, che ha qualificato come 'tortura' i fatti accaduti durante il G8 di Genova, rappresentasse una parola definitiva sulla 'più grave sospensione dei diritti avvenuta in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale', secondo la definizione di Amnesty International.

Il post su Facebook: i commenti.

Il post è stato pubblicato sulla pagina Facebook di Fabio Tortosa il 9 aprile, due giorni dopo la sentenza di Strasburgo, ed ha immediatamente raccolto una serie di commenti, qualcuno di condanna, ma la maggior parte di solidarietà con le parole del poliziotto. Una vera e propria apologia delle torture della scuola Diaz che hanno portato all'oscuramento della pagina Facebook dell'autore.

Fabio Tortosa apparteneva al VII Nucleo Sperimentale, il gruppo antisommossa comandato da Michelangelo Fournier che, durante il processo, ammise che quella notte nella scuola Diaz avvennero atti di 'macelleria messicana', evidentemente non da tutti considerati tali.

Tortosa ha anche provato a fare una parziale retromarcia parlando di parole 'travisate' è rivendicando il rispetto di tutte le norme nel corso dell'irruzione alla Diaz.

Il post su Facebook: avviata un'indagine.

Sulla vicenda è stata avviata un'indagine da parte del Dipartimento di pubblica sicurezza che ha annunciato un'azione disciplinare nei confronti dell'agente autore del post su Facebook che, tra l'altro, è anche esponente del sindacato autonomo di polizia Consap.

Le altre sigle sindacali hanno condannato le 'farneticanti' affermazioni apparse sul social network che, secondo il segretario del Silp-Cgil Daniele Tissone, 'arrecano disonore alla Polizia di Stato'.

Non sono mancate le reazioni politiche, concretizzate in una interrogazione al ministro dell'Interno, Angelino Alfano, presentata dalla senatrice del Partito Democratico, Monica Cirinnà.